
Silvia, Antonella e Stefano che hanno scelto di essere “buoni vicini”
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Silvia Briatico, 32 anni, educatrice, di Nerviano, ha aderito con il marito a “Famiglie missionarie a Km0”, un’esperienza di accoglienza, fraternità e annuncio promossa dalla Diocesi di Milano. L’estate scorsa con altre vicine di casa, ha deciso di prendersi cura dei figli più piccoli delle altre mamme del paese impegnate con il lavoro. «Ero in attesa del mio secondo figlio, avevo del tempo libero e stavo bene, così sapendo di poter contare sull’aiuto di altre amiche, ho pensato di organizzare un oratorio estivo per i piccoli dagli 0 ai 6 anni – racconta -. Per quattro settimane nel mese di luglio abbiamo accolto 30 bambini. Ogni giorno ci siamo inventate un’attività diversa: giochi, canti, preghiere, insomma quello che si fa in oratorio con i ragazzini più grandi adattato all’età dei nostri ospiti. Alla fine è andato tutto bene e noi siamo state contente di avere dato una mano ad altre donne che in quel momento erano in difficoltà nel conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia».
Antonella Camilli di anni ne ha 62 e vive a Siziano. Quando è andata in pensione, ha deciso di dare una mano a Sadou, Amadou, Theodor, Hassime che condividono un appartamento in paese messo a disposizione dalla parrocchia.
«Ho smesso di lavorare, i miei figli sono ormai grandi, avevo tempo ed energie – spiega -. Così ho aderito al progetto “La Casa di Ein Karem”, voluta dal parroco, don Felice, e da altri parrocchiani, per offrire ospitalità a neo maggiorenni appena usciti dalle comunità per minori stranieri non accompagnati. Personalmente, in realtà, non faccio nulla di straordinario. Li invito una volta alla settimana a casa mia e intorno ad un piatto di pasta al forno di cui vanno matti, mi faccio raccontare la loro giornata. Sono tutti e quattro in gamba, fanno lavori faticosi, che prevedono anche turni notturni e nel contempo badano anche alla cura dell’appartamento. Con le altre famiglie cerchiamo solo di rendergli la vita un po’ più leggera e se possibile farli sentire a casa anche se i loro cari sono lontani».
Stefano, di Milano, 45 anni, con la moglie è una delle famiglie affidatarie che ha aderito al progetto del Comune. Ha scelto la formula part-time. Nel fine settimana e durante l’estate si occupa della figlia di una donna sola che lavora e non ha parenti vicini. «Il progetto è iniziato due anni fa e la definirei un’esperienza a somma positiva. Ci hanno guadagnato tutti. La bambina ha migliorato il suo rendimento scolastico. La mamma è più serena. Mio figlio ha trovato una sorellina», commenta.
«Queste storie, fortunatamente, non sono casi isolati: nella città metropolitana di Milano secondo gli ultimi dati Istat più del 7% degli abitanti (in termini assoluti 241.212 persone) fanno del volontariato all’interno di istituzioni non profit, associazioni, cooperative, enti ecclesiastici. Accanto a loro ci sono i volontari occasionali, i cittadini inclini a quella virtù civile che l’Arcivescovo di Milano mons. Delpini ha efficacemente identificato con l’espressione “buon vicinato”. Uno dei compiti delle istituzioni è creare le condizioni affinché questa inclinazione possa trovare canali di espressione ed esprimere tutto il suo potenziale», osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
Anania è uno sportello di orientamento all’affido e all’adozione promosso da Caritas Ambrosiana e del Servizio Diocesano per la Famiglia. Il servizio promuove la cultura dell’accoglienza di minori, e in particolare i percorsi di affido e adozione. Si propone di rispondere alle richieste di orientamento relative a tali percorsi e di contribuire alla promozione e diffusione della cultura dell’accoglienza. Per informazioni e appuntamenti: martedì e giovedì dalle 9,30 alle 13. Telefono 02.76037343 anania@caritasambrosiana.it.
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Luciano Gualzetti
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