L’aumento delle disuguaglianze sociali e della povertà, con il relativo insorgere di nuovi modelli di marginalità sociale e economica, è come sopra ampiamente sottolineato, un fenomeno comune anche nella Diocesi di Milano. Purtroppo oggi, accanto alle tradizionali forme di emarginazione, affiorano nuove condizioni di povertà che vedono sempre più famiglie costrette a vivere in solitudine il loro disagio. Gli Empori della Solidarietà sono un tentativo di cercare una soluzione più idonea e dignitosa, senza cadere in un facile assistenzialismo e dimenticare il valore educativo della spesa quotidiana.
Otto sono quelli nati nella Diocesi di Milano: nel marzo 2015
Cesano Boscone e
Varese i primi mentre a dicembre 2019 l’ultimo, in ordine di apertura, nel
Decanato di Niguarda a Milano. In mezzo hanno visto l’apertura e sono in piena attività:
Saronno, Garbagnate, Molteno, e i due Empori di Milano alla Barona e a Lambrate.
Sono in cantiere, nel vero senso della parola altri progetti: Rho, San Giuliano Milanese, Lecco; mentre in fase di valutazione delle opportunità e fattibilità a
Erba, Somma Lombardo, Castellanza e nella parte est della città di Milano.
Ciò che intendono attuare e promuovere, non vuole essere una risposta esaustiva al problema delle famiglie in difficoltà, ma vuole piuttosto essere una testimonianza concreta affinché non venga mai perso di vista il valore dell’accoglienza, della solidarietà e della gratuità. Il progetto è rivolto, infatti, in maniera prioritaria ai nuclei familiari, residenti e non, in condizione di reale difficoltà e disagio familiare, lavorativo, economico e/o sociale, per un periodo di tempo stabilito, sufficiente a renderli più autonomi e integrati. Questo metodo alternativo alla distribuzione del “pacco viveri”, permette alle famiglie attraverso una tessera punti di accedere al supermercato solidale e effettuare la spesa. L’obiettivo principale è quello di dare alla famiglia una possibilità concreta per superare la situazione di “crisi” e consentirle quindi di aumentare il proprio livello di empowerment; di porsi in modo attivo invece che assumere un atteggiamento di passività di fronte a possibili difficoltà ed eventi negativi. È infatti importante mettere il nucleo nelle condizioni di raggiungere il maggior grado di autonomia tale da renderlo il più possibile autosufficiente, incoraggiandolo a percepirsi come portatore di risorse per sé e per gli altri e non solo di bisogni.
Noi crediamo che queste iniziative possano rappresentare un valido strumento, al servizio dei centri di ascolto delle parrocchie, di lotta al disagio sociale. Inoltre in questo periodo sono stati strumenti importanti per la risposta alla domanda di aiuti alimentari, sempre in costante aumento, generata dagli effetti economici della crisi sanitaria.
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Causale: Empori della solidarietà
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