Solidarietà a chi è in guerra e in conflitto


Nel 2024 è continuato l'impegno di Caritas Ambrosiana a sostegno delle popolazioni colpite da guerre (Terra Santa, Libano ed Ucraina) e situazioni di conflitto dimenticate come il Sudan e il Nagorno Karabakh.


Terra Santa e Libano
Il conflitto in Medio Oriente, che è ripartito violentemente il 7 ottobre 2023, ha avuto e sta avendo un impatto devastante sulle vite di milioni di persone.
Dall’attacco di Hamas che ha scatenato la reazione di Israele e innescato la catena di conflitti, le popolazioni civili sono le vittime reali della violenza.
Tra ottobre e novembre 2024 anche il Libano è entrato suo malgrado in questa terribile spirale di violenza con altri bombardamenti israeliani, anche se ora, per fortuna, le armi tacciono.   

Decine di migliaia di morti innocenti e danni umanitari e infrastrutturali di proporzioni immani sono il risultato buio dei giochi delle leadership regionali e internazionali.
Siamo di fronte a più di un anno di guerre insensate.
Con Papa Francesco diciamo: “Gli attacchi e le armi si fermino, per favore!”
 
Caritas Ambrosiana ha avviato sin dal primo giorno di conflitto varie raccolte fondi con l’obiettivo di portare gli aiuti a tutte le vittime della guerra.
Sosteniamo le attività di intervento umanitario a Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est realizzate da Caritas Gerusalemme, che rappresenta la rete della Caritas mondiale in Terra Santa.
In Libano Caritas Ambrosiana aiuta Caritas Libano e il Vicariato dei Latini di Beirut nel servizio agli sfollati.

Leggi l'approfondimento di ottobre sul conflitto in Medio Oriente
Clicca qui per scaricare il rapporto con tutti i dettagli sulle attività della rete Caritas in Terra Santa/Libano e capire come sostenerle

Due progetti di pace e riconciliazione nella regione
Nel rapporto (da pag. 19 a pag. 22) troverete anche le attività di pace e riconciliazione che si aggiungono al sostegno umanitario di Caritas Ambrosiana alle popolazioni colpite.
In particolare, in Israele sosteniamo le organizzazioni Friendship Village e Neve Shalom Wahat al-Salam, spazi di pace e riconciliazione che favoriscono il dialogo e la conoscenza reciproca tra studenti israeliani ebrei e palestinesi.
In Libano, continuiamo a sostenere le attività dei giovani di Caritas Youth Lebanon. I giovani libanesi, di cui una delegazione quest'estate è stata ospite in una parrocchia ambrosiana, lavorano per la pace nel loro Paese e portano aiuto agli sfollati.


Ucraina
Anche nel 2024, Caritas Ambrosiana ha scelto di concentrare gli aiuti ai profughi ucraini nella Repubblica di Moldova, grazie al collaudato partenariato con la locale associazione Missione Sociale Diaconia.
Dal febbraio 2022 al dicembre 2024, oltre 6 milioni di ucraini sono fuggiti nei paesi vicini a causa della guerra. Oggi la Moldova, pur essendo un piccolo paese, accoglie oltre 120.000 rifugiati che hanno scelto di rimanere nel paese. Chisinau, la capitale, accoglie una media di 300 nuovi rifugiati ucraini ogni mese, sottolineando la natura persistente di questa crisi umanitaria. Molti di questi nuovi arrivati sono famiglie, spesso con bambini e parenti anziani, che necessitano di pieno sostegno.
Nel 2025 proseguiranno (grazie a un budget di 150 mila euro) la fornitura di aiuti umanitari, soprattutto per affrontare le rigide temperature invernali; interventi di accoglienza e supporto psicologico in comunità per donne con figli neonati nel Centro “In braccio alla mamma”; supporto socio-pedagogico e scolastico per i minori nel Centro diurno “S. Anna”; accoglienza di piccoli nuclei famigliari nel Centro “Casa degli ospiti”.

 
Sudan
La peggiore crisi umanitaria attualmente in corso sul pianeta, almeno quanto al numero degli sfollati: oltre 10 milioni, di cui più di 2 milioni fuggiti nei paesi confinanti. Si aggiungono ai più di 20 mila morti accertati (sottostimati) e all’80% degli ospedali del paese fuori uso, mentre metà della popolazione necessita di ogni genere di aiuto, peraltro difficile da recapitare, dato l’elevato tasso di insicurezza. E poi le violenze dilaganti sui civili, i minori uccisi, violentati o reclutati dalle milizie, il sostanziale blocco delle attività economiche e in particolare l’interruzione delle attività agricole nelle zone fertili del paese, con conseguenti scarsità di cibo, impennata dei prezzi, rischi di carestia, ecc.
La guerra ha generato effetti nei paesi confinanti, che hanno dovuto accogliere più di 2 milioni di persone: oltre 700 mila rifugiati in Ciad, oltre 630 mila in Sud Sudan, oltre 500 mila in Egitto, oltre 120 mila in Etiopia, quasi 30 mila in Repubblica Centrafricana e circa 7.500 in Libia. Spesso confinati in campi improvvisati, i profughi hanno come unica opzione la sopravvivenza. In contesti così difficili, le Chiese locali giocano un ruolo fondamentale per il sostegno alle persone rifugiate, spesso grazie al lavoro della rete internazionale Caritas, mobilitatasi anche a favore dei profughi sudanesi.

La rete Caritas Internationalis si è mobilitata e Caritas Ambrosiana ha rilanciato l'appello lo scorso agosto per i rifugiati in Ciad e ha proposto per l'Avvento 2024 un progetto educativo per i bambini profughi in Sud Sudan con le loro famiglie.

Guarda il video con suor Elena Belatti, direttrice di Caritas Malakal in Sud Sudan 
Sostieni il progetto "Una scuola per gli sfollati di Wadakona" in Sud Sudan


Nagorno Karabakh
Il 19 settembre 2023, un'operazione militare azera ha causato l'esodo di oltre 101.800 armeni dal Nagorno-Karabakh all'Armenia, aggravando la crisi economica locale.
Nel 2024 anche Caritas Ambrosiana ha contribuito (con un budget di 18.000€) all’appello lanciato dalla rete Caritas. Caritas Armenia è intervenuta con un piano di emergenza, assistendo 8.506 rifugiati con aiuti economici, buoni pasto, cibo e materiali essenziali. 
Nel 2025 Caritas Armenia continuerà a sostenere i rifugiati, puntando su autonomia e integrazione.


 
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