
Emergenza ebola: grazie alle parrocchie ambrosiane
Nell’Africa occidentale l’ebola è stata fino ad oggi la più grave ed estesa epidemia a livello mondiale. Il 23 marzo 2014, dichiarata data ufficiale dell’ inizio dell’epidemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha colpito inizialmente la Guinea Conakry , per poi raggiungere paesi confinanti Liberia e Sierra Leone e con casi limitati anche in Nigeria, Mali e Senegal. Il dato complessivo dell’OMS a dicembre 2015 rileva 28.637 casi di contagio e 11.315 decessi. Attualmente non vi sono nuovi casi registrati nei tre paesi più colpiti dal virus, con una situazione medico-sanitaria sotto controllo; il 7 novembre 2015 la Sierra Leone, il paese più colpito, è stata dichiarata Ebola free, seguita dalla Guinea il 29 dicembre 2015.

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7 novembre 2015: Sierra Leone Ebola free! – foto Tommy Trenchard per Caritas Internationalis
Purtroppo l’ebola non ha avuto gravissime conseguenze solo sui sistemi sanitari dei tre paesi, già fragilissimi, ma anche su quelli socio-economici locali. Le Nazioni Unite l’ha dichiarata crisi “umanitaria” poiché ci saranno ripercussioni anche nel medio-lungo termine.
Caritas Italiana, presente da anni nelle zone più colpite anche con la presenza di operatori in loco, sin dalle prime fasi dell’emergenza è subito intervenuta a sostegno delle popolazioni colpite dall’epidemia, e, insieme alla rete Caritas Internationalis e altri organismi ecclesiali, ha sia affiancato le Caritas locali nell’elaborazione dei programmi di emergenza, sia agito con interventi integrati di risposta alla crisi. Infatti Caritas Italiana ha preso parte alla tavola rotonda “Fratelli d’Ebola” con altre realtà ecclesiali, e insieme hanno congiuntamente promosso un progetto di risposta all’emergenza coordinato da Caritas Italiana e finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso il Servizio per gli Interventi Caritativi a favore del Terzo Mondo, per un ammontare di 1 milione di euro.
Gli interventi hanno adottato un approccio integrato, spaziando dalla sensibilizzazione della popolazione, coinvolgendo anche i leader religiosi e civili e utilizzando i mass media, alla distribuzione di kit igienico-sanitari, alle attività di supporto psico-sociale; da azioni per la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento di cibo alle famiglie in quarantena, al supporto al riavvio di attività agricole e commerciali di famiglie direttamente o indirettamente colpite da ebola. Un’azione particolarmente rilevante è quella del supporto ai minori orfani e alle famiglie che li hanno accolti, per favorire il loro reintegro e la loro istruzione.
I fondi mobilitati superano ad oggi 1.100.000 euro; i beneficiari diretti delle attività sono al momento più di 50.000 persone, mentre più di 2 milioni sono coloro che hanno beneficiato delle sensibilizzazioni nelle famiglie e nei luoghi pubblici.
Nell’ambito degli interventi per l’emergenza ebola di Caritas Italiana, Caritas Ambrosiana ha dato il suo contributo sostenendo quelle azioni non coperte dallo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana con la donazione di 14.000 euro e ha cercato, attraverso il sostegno di 3 programmi, di cui 2 a sostegno delle popolazioni guineane colpite dal virus, di aiutare a sconfiggere questa cosiddetta crisi “umanitaria”.
Il primo programma in Guinea, coordinato da Caritas nazionale guineana (OCPH/Caritas Guinea) ed eseguito dalle Caritas diocesane, ha previsto la sensibilizzazione e la distribuzione di kit igienico-sanitari nelle famiglie e in luoghi pubblici nelle tre diocesi di Conakry, Kankan e N’Zérékoré, in particolare nelle aree più colpite dall’epidemia, Conakry, N’Zérékoré, Kissidougou, Macenta e Gouéckédou.
Sono stati distribuiti kit igienico-sanitari composti da sapone, cloro e secchi per le famiglie; dispositivo per il lavaggio delle mani, sapone, cloro, test per la verifica della presenza di cloro nell’acqua, maschere, guanti, stivali e materiale di pulizia per i luoghi pubblici, ma ha avuto fondamentale importanza la sensibilizzazione per diffondere le regole di prevenzione dal virus e di corretta igiene, sia nelle famiglie, sia in luoghi pubblici, quali chiese, moschee, mercati, scuole, centri sanitari, etc…
Tutto ciò è stato portato avanti da animatori locali, con il supporto di leader religiosi, civili e saggi dei villaggi e delle comunità, al fine di poter sempre avere una comunicazione diretta e nella lingua locale parlata dalla maggioranza della popolazione. Il ruolo dei leader religiosi, autorità unanimemente riconosciute, è stato molto importante per convincere la popolazione e vincere le resistenze che a volte si sono incontrate nei villaggi rurali più remoti.
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Giovane ragazza guineana che ha ricevuto un kit igienico-sanitario – foto OCPH/Caritas Guinea
Il progetto ha permesso di installare in totale 120 kit igienico-sanitari in luoghi pubblici del paese e grazie al contributo di 4.550 euro di Caritas Ambrosiana sono stati installati 35 kit, abbinati a sessioni formative pubbliche in loco sul loro utilizzo e sulle norme di prevenzione igienico-sanitaria da adottare nella vita quotidiana.
Il secondo progetto in Guinea, invece, in risposta all’immediata richiesta di emergenza da parte dello staff medico, ha previsto la distribuzione di materiale di protezione per il personale (composto da 21 persone) e il miglioramento dei meccanismi di prevenzione (maschere, stivali, camici, termometri, …) nel centro medico-chirurgico “Saint Abraham” di Gouecke. L’area di Gouécké, nella regione forestale della Guinea, è stata una delle più colpite dal virus ebola ed anche una delle zone in cui si sono verificate maggiori resistenze verso gli interventi di prevenzione e disinfezione a seguito di decessi sospetti, fino a giungere a violenze che hanno portato all’uccisione di 8 persone, membri di un comitato di sensibilizzazione locale. Grazie all’intervento tempestivo, pur avendo ricevuto 6 casi sospetti di Ebola, non vi sono stati membri dello staff infettati e la struttura non ha mai chiuso né sospeso le attività durante tutto il periodo dell’emergenza.


Centro Medico-Chrirurgico “Saint Abraham” Gouécké – foto Moira Monacelli per Caritas Italiana
Caritas Ambrosiana ha devoluto 4.000 euro con i quali è stato possibile acquistare: guanti, maschere, stivali, camici per la sala operatoria, termometri “flash” (misurazione della febbre a distanza), tute per l’igiene, casacche per lo staff medico e paramedico, sapone, candeggina.
Mentre, a favore delle popolazioni colpite dal virus Ebola in Sierra Leone, Caritas Ambrosiana ha sostenuto con 5.450 euro il programma sulla sicurezza alimentare per le famiglie in quarantena, fornendo generi alimentari di base (riso, pomodoro, olio, condimenti) per almeno 21 giorni per 100 famiglie.


Distribuzioni alimentari e cucina nelle famiglie - foto Caritas Sierra Leone
La regione di Makeni, nel nord della Sierra Leone, è stata una delle aree più colpite dall’emergenza ebola. Nella fase più acuta dell’emergenza, da ottobre 2014, migliaia di famiglie in cui si erano registrati casi sospetti, confermati, o decessi sospetti, sono state messe in quarantena; in questo periodo il governo sierraleonese ha inoltre dichiarato il coprifuoco nonché diversi periodi, anche prolungati, di lockdown nei distretti più colpiti e su tutto il territorio nazionale. In questi periodi nessuno poteva allontanarsi dalla propria casa: le persone non potevano uscire per recuperare cibo, i mercati erano vuoti, commercio, import export e produzione erano nulli, mentre si succedevano controlli abitazione per abitazione da parte delle pubbliche autorità sanitarie con l’ausilio dell’esercito per identificare eventuali casi sospetti e eventualmente isolarli.
In questo momento, la diocesi di Makeni, attraverso una task force coordinata dall’Amministratore Apostolico e composta dalle diverse istituzioni diocesane (ospedale, università, commissione giustizia e pace, Caritas) ha organizzato missioni di suoi rappresentanti suddivisi in squadre (generalmente un infermiere/personale medico e/o infermieristico, un rappresentante della Curia, un rappresentante delle altre strutture) nelle 25 parrocchie della diocesi per identificare e rispondere ai bisogni più urgenti.
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