Lo Zambia, paese dell’Africa centro-meridionale, sta attraversando da gennaio una grave situazione di siccità, la peggiore che il paese abbia mai sperimentato. La causa di tale emergenza va rintracciata nelle condizioni meteorologiche determinate dal fenomeno climatico El Niño, e più generale nei mutamenti climatici in corso nella nostra epoca.
La prolungata siccità ha
ripercussioni economiche, sociali e umanitarie assai pesanti. Nel paese, ricchissimo di fiumi, cascate, falde naturali, la disponibilità generale di acqua si è notevolmente ridotta, e ciò provoca
effetti negativi sull’agricoltura e sull’approvvigionamento energetico.
Si stima che, su 2,2 milioni di ettari di superficie coltivata, circa 1 milione abbia subito danni rilevanti, con raccolti compromessi. Ciò mette
a rischio la sicurezza alimentare di milioni di zambiani, oltre che lo sviluppo economico del paese.
Le province meridionali e occidentali sono le più gravemente colpite. Si prevede che il
periodo di siccità continui almeno anche nel mese di aprile, con un impatto ancora più rilevante su più di un milione di famiglie di agricoltori.
Due morti per fame si sono già registrati nel distretto di Shang’ombo. Anche la produzione di foraggio per animali
rischia gravi limitazioni.
La siccità influenzerà anche la disponibilità delle acque sotterranee e superficiali, con conseguente riduzione dell’acqua potabile erogabile e il conseguente accentuarsi di problemi sanitari. I deficit di energia elettrica stanno nel frattempo già provocando limitazioni dell’elettricità erogata a cittadini, infrastrutture e imprese.
Tra le conseguenze sociali, probabile viene considerato il rischio che i giovani inizino a spostarsi dalle aree rurali verso quelle urbane per cercare migliori condizioni di vita e lavoro, o nelle nazioni confinanti, come la Namibia, dove si è già registrato l’arrivo di diversi cittadini e gruppi provenienti dalle aree più in difficoltà dello Zambia. Tra gli ulteriori rischi, l’aumento dei traffici di esseri umani (e in particolare di bambini), del lavoro e di abusi sessuali, che potrebbero coinvolgere persone alla disperata ricerca di cibo.
La diocesi di Milano è direttamente interessata a quanto accade in Zambia, dove cinque sacerdoti fidei donum ambrosiani svolgono servizio pastorale nella diocesi di Monze, nella Provincia Meridionale del paese, tra le più colpite dagli effetti di siccità e carestia.
Storicamente dotato di una quantità d’acqua sufficiente, anche il territorio di Monze deve far fronte, al culmine della stagione agricola 2023-’24, a prolungati periodi di siccità, inondazioni improvvise, malattie del bestiame e raccolti ridotti.
Per questo motivo la diocesi ha deciso di lanciare un appello alla solidarietà, varando un progetto di emergenza che intende fornire aiuti alimentari, fino al febbraio del prossimo anno, a 4.600 nuclei familiari in 23 parrocchie. Saranno distribuiti 2 sacchi di farina al mese: il costo dei due sacchi da 25 kg è stimato in 25 euro. L’erogazione di alimenti con ritmo regolare intende coprire il periodo di magra, ormai non scongiurabile, fino alla prossima stagione del raccolto.
Caritas Ambrosiana e l’Ufficio di pastorale missionaria della diocesi di Milano intendono sostenere questo sforzo. In prospettiva,
la rete Caritas Internationalis sta studiando come intervenire organicamente nel paese,
a supporto di Caritas Zambia, per evitare che la siccità e le carenze produttive e alimentari che ne scaturiranno si trasformi in autentica
emergenza umanitaria, sociale e migratoria.
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