Difficile dire cosa sia un doposcuola parrocchiale…
Lo stesso sostantivo “doposcuola” non definisce in modo esauriente l’esperienza multiforme e articolata dei 300 doposcuola presenti nella Diocesi Ambrosiana.
Possiamo iniziare raccontando come nascono i doposcuola.
Spesso un doposcuola parte dalla percezione di un bisogno: qualche ragazzino delle medie in molti casi di origine straniera che frequenta l’oratorio e fa fatica con la scuola, qualche adulto che lo conosce, contatta il Parroco e decide di mettere a disposizione il proprio tempo per aiutarlo a studiare.
Oppure c’è l’iniziativa di un giovane prete che decide di intraprendere un percorso sperimentato da altri in Diocesi, proponendo un servizio di volontariato incentrato sulla relazione tra adulti, giovani e studenti.
Altre volte la proposta arriva da qualche associazione o cooperativa del territorio, che desidera sviluppare insieme alla parrocchia uno spazio di doposcuola con volontari e operatori professionali, usufruendo di qualche finanziamento.
In ogni caso l’esperienza si centra attorno ad una domanda: è possibile trovare un modo per riavvicinare allo studio chi per i più svariati motivi, che vanno dai limiti linguistici a quelli di fiducia e motivazione personale, ne ha preso le distanze?
I doposcuola Caritas ne sono convinti; pensano sia fondamentale offrire a tutti un’altra occasione per restare nel circuito scolastico e viverlo con successo, costruendo un luogo centrato sulle relazioni: adulti-volontari che “rispolverano” le loro conoscenze e le mettono a disposizione dei ragazzi, i ragazzi-studenti che si incuriosiscono di questi adulti così poco “docenti” (anche se talvolta ex docenti) e si lasciano aiutare, i primi che accettano di mettersi in gioco in pienezza, i secondi che un po’ alla volta danno e acquistano fiducia, nei volontari ed in se stessi.
In concreto in cosa consiste un doposcuola parrocchiale? Spazi comuni in cui sono disseminati banchi e sedie su cui siedono e lavorano fianco a fianco volontari e ragazzi della secondaria di primo grado e della primaria, talvolta anche qualcuno della secondaria di secondo grado.
E poi altri spazi, all’aperto e al chiuso, dove giocare prima di iniziare a studiare. A volte si fa merenda insieme, in alcuni casi chi esce da scuola arriva per il pranzo comunitario. Le regole prevedono che le distanze si accorcino e che il ritmo sia diverso rispetto alla scuola. In realtà l’organizzazione è complessa, spesso decine di volontari di diversa età si alternano per occuparsi di decine di ragazzi secondo calendari settimanali e i coordinatori non solo organizzano presenze ed abbinamenti, ma prima incontrano e selezionano i volontari, fanno loro formazione, incontrano le famiglie, gli insegnanti, si raccordano con l’oratorio, talvolta con altri servizi che hanno in carico i minori.
Secondo l’ultima ricerca condotta da Caritas i doposcuola parrocchiali sono, come detto sopra, 300 e ad essi si rivolgono circa 10.000 ragazzi seguiti da 7.000 volontari. Ogni anno ne nascono dei nuovi e ne chiudono altri, ma la tendenza è fortunatamente di costante crescita, dato che anche la domanda di aiuto aumenta.
I ragazzi, le ragazze e le famiglie, infatti, cercano luoghi come questi, dove accanto al “fare i compiti” si sperimentano relazioni, cura, socialità, impegno verso sé e gli altri. Un luogo quindi prezioso in cui vivere accoglienza e attenzione reciproca e testimoniare insieme fiducia e investimento sul futuro.
Ecco i doposcuola:
Per aderire al Progetto http://www.confcommerciomilano.it/it/formazione/formazione/per_giovani/ASL2/10voltetanto/come_aderire_10voltetanto