Caritas Ambrosiana ha sostenuto
progetti per 4,2 milioni di euro:
in diocesi aiutati 2 mila profughi;
all’estero interventi in Moldova.
«Ma il valore del nostro impegno
va oltre l’aspetto finanziario»
Due anni dall’inizio della guerra, scatenata dall’aggressione russa all’Ucraina. Due anni di solidarietà espressa con i fatti da Caritas Ambrosiana. Tramite percorsi di accoglienza in diocesi e iniziative umanitarie nei paesi confinanti con l’Ucraina, sempre in accordo con la rete nazionale (che ha erogato 15,6 milioni per progetti in Italia e all’estero) e internazionale (che ha supportato Caritas Ukraine e Caritas Spes, espressione rispettivamente della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino e della Chiesa cattolica latina, consentendo di aiutare oltre 1 milione di persone nel solo 2023).
«All’interno del grande network Caritas – commenta
Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – noi abbiamo fatto la nostra parte, finanziando attività in diocesi e all’estero (
come testimonia il Rapporto che abbiamo stilato in vista del secondo anniversario di inizio della guerra), per circa 4,2 milioni di euro. Ma il valore del nostro impegno non si misura in termini puramente finanziari. Noi abbiamo a cuore la pace: che non dobbiamo e non vogliamo cessare di costruire attraverso gesti di fraternità, progetti di convivenza, trame di accoglienza, sforzi di riconciliazione, battaglie di giustizia, scelte di legalità. Sono prassi che ognuno di noi, soggetto individuale o collettivo, può applicare al proprio quotidiano, provando a costruire condizioni di convivenza e un clima di pace diffusi e autentici, senza i quali anche gli accordi internazionali, che prima o poi si scriveranno, a valle delle tremende guerre odierne, sono destinati a restare sulla carta».
L'IMPEGNO IN DIOCESI
Caritas Ambrosiana ha accompagnato e sostenuto diversi soggetti della sua rete territoriale e molte parrocchie, per offrire risposte adeguate all’evolversi dei bisogni dei profughi ucraini giunti nei territori milanesi e lombardi. Attraverso le cooperative sociali, in 24 mesi sono state inserite in progetti di
accoglienza istituzionali (Cas, Sai, Protezione Civile), accolte in
92 strutture collettive e in appartamenti parrocchiali e privati,
1.004 persone (di cui 388 minori); quelle che a fine 2023 risultavano ancora accolte erano
481 (di cui 192 minori) in
71 strutture.
Si è sviluppato inoltre un canale di
accoglienza spontanea e informale grazie a un’ottantina di parrocchie e alle Caritas parrocchiali, che hanno messo a disposizione appartamenti, strutture, spazi di loro proprietà; Caritas Ambrosiana ha censito e monitorato queste accoglienze, nelle quali risultano essere transitate all’incirca ulteriori
900 persone. Attualmente, le parrocchie in contatto con Caritas Ambrosiana per ricevere aiuti economici e alimentari sono ancora 34; presso di esse risultano direttamente accolte
142 persone (di cui 59 minori), mentre
225 persone (96 minori) vengono sostenute e accompagnate dalle parrocchie nei territori.
In entrambi i canali di accoglienza (istituzionale e informale) sono state coinvolte reti di volontari, Caritas locali, centri di ascolto, Comuni e associazioni. In alcuni casi, data la volontà dei profughi di tornare a casa appena possibile, ci si è limitati a fornire risposte ai bisogni primari; in altri casi, le persone sono state accompagnate in percorsi di integrazione nel nostro paese. Sono stati per questo avviati
molti progetti, volti a promuovere l’autonomia dei beneficiari attraverso l’insegnamento della lingua italiana, l’inserimento scolastico e lavorativo, l’accesso a visite mediche specialistiche, al sostegno psicologico e ad attività ludiche e ricreative.
Caritas Ambrosiana ha potuto sostenere tutte queste attività grazie alla grande generosità dei suoi donatori, finanziando
accoglienze e progetti in diocesi per
più di 3 milioni di euro (circa 1 milione per l’integrazione delle persone accolte, circa 1,5 milioni per le accoglienze informali, circa 370 mila euro per alimenti distribuiti da Empori e Botteghe della solidarietà, circa 140 mila euro per corsi di italiano e tirocini, circa 75 mila euro per contributi a famiglie che hanno accolto profughi).
L'IMPEGNO ALL'ESTERO
All’estero, Caritas Ambrosiana ha scelto di concentrare gli aiuti ai profughi sulla
Repubblica di Moldova, grazie al collaudato partenariato con la locale associazione Missione Sociale Diaconia. La Moldova, grande una volta e mezza la Lombardia, ha registrato il più alto numero di ingressi di profughi ucraini (988 mila, di cui 37% donne e 45% minori, dati Unhcr) in rapporto alla popolazione residente. In due anni, progetti e azioni dedicati soprattutto a
nuclei di madri rifugiate con figli sono stati sviluppati in molteplici luoghi (centro “In braccio alla mamma” e centro per l'infanzia e la famiglia “Sant’Anna” nella capitale Chişinău, centro educativo nella città di Balti, diversi campi estivi per madri e bambini). Nel 2024
gli aiuti proseguono (grazie a un budget di 350 mila euro) con la fornitura di aiuti umanitari e interventi di accoglienza e supporto psicologico in comunità per donne con figli neonati. Verranno inoltre aperti un servizio di cura e baby sitting per bambini da 2 a 6 anni e un nuovo centro diurno a Cahul, sul modello del centro Anastasis di Balti.
Nell’estate 2023, in collaborazione con Caritas Odessa, sono stati organizzati 4 turni di vacanza nella riserva paesaggistica di Țipova (Repubblica Moldova), di cui hanno fruito
45 mamme e 66 bambini provenienti dalla vicina città di Odessa e da altre zone dell’Ucraina. Il progetto “Ponti di solidarietà” verrà replicato anche nell’estate 2024.
All’interno del territorio ucraino, in risposta all’emergenza causata dalla
distruzione della diga di Kakhovka (6 giugno 2023), Caritas Ambrosiana è inoltre intervenuta, in collaborazione con Diaconia e Caritas Odessa, finanziando la distribuzione di acqua potabile e beni di prima necessità a 4 mila persone della regione di Kherson.
Per promuovere e sostenere i progetti in Moldova e in Ucraina, Caritas Ambrosiana ha erogato
oltre 1,2 milioni di euro (equamente divisi tra gli interventi nei due Paesi).
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