Il progetto presentato dalla Suore Missionarie Comboniane per l'Avvento di Carità 2019 nella zona centro-nord del Mozambico, ha coinvolto
circa 500 ragazze delle scuole medie e superiori.
L’obiettivo, durante le varie tappe di formazione, è stato la coscientizzazione sull'urgenza di prendersi cura della casa comune, così come ci invita a fare il Papa nell’enciclica Laudato Si’. Si sono seguite le seguenti tappe progettuali:
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Incontri di formazione, sensibilizzazione e presa di coscienza del problema della deforestazione, rivolti ai vari gruppi delle giovani dei LAR (case dove si accolgono le giovani per sostenerle nello studio e per una formazione integrale perché nei villaggi di provenienza non avrebbero la possibilità di accedere alla scuola).
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Incontri di formazione per creare dei semplici sistemi di riciclo di materiali e rifiuti.
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Attività pratiche di riforestazione e di promozione della conoscenza dei valori dell’ecologia.
In un primo momento i formatori hanno approfondito la conoscenza dell’enciclica Laudato Si’. In seguito hanno cercato di
trasmettere i valori contenuti nell’enciclica ai giovani per creare opportunità di formazione e valorizzare le loro abilità artistiche.
Infatti quando ad esempio si sono svolte le prime giornate per i giovani, focalizzate sull’importanza della raccolta differenziata e il piantare alberi, fonte di vita, alla fine un gruppo ha elaborato quanto presentato realizzando un piccolo spettacolo teatrale per sottolineare il valore e la preziosità della cura della natura per custodire la vita umana.
Anche nella scuola di Nampula sono stati fatti i primi incontri con i ragazzi, sospesi poi a causa della pandemia, che hanno dato vita ad altre due proposte che si sono concretizzate in un tempo successivo:
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il coltivare in modo responsabile, una volta terminata l’emergenza, il terreno che è dentro il recinto della scuola e realizzare una piantagione di alberi da frutta e un orto, affidandone un pezzo ad ogni studente che dovrà prendersene cura. La frutta e gli ortaggi prodotti andranno ad arricchire la dieta degli stessi studenti in modo naturale.
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affidare il messaggio sulla cura della casa comune anche alla “capulana”.
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Capulana” è il nome che viene dato in
Mozambico ai teli colorati che ogni donna possiede (viene avvolta intorno ai fianchi a mo’ di gonna, è indispensabile per
portare un bimbo sulla schiena, serve alle venditrici ambulanti per esporre la propria merce, oppure la si arrotola, formando un cerchio che, adagiato sulla testa, aiuta a trasportare i pesi.
Le capulane sono state realizzate con un disegno particolare: lo sfondo
verde richiama la natura, l’Africa con le sue foreste (purtroppo a rischio), al centro la casa situata nel mondo a significare che
il mondo è la nostra casa comune di cui dobbiamo prendercene cura perché è la casa di ciascuno e di tutti i popoli.
La casa è illuminata dal
sole: la luce è vita, quella
vita che viene dall’Alto e che ci è data perché anche noi possiamo trasmetterla con speranza, alle generazioni future. La scritta:
“Cuidar da nossa casa comum” richiama subito alla Laudato Si’.
I bordi in alto e in basso rappresentano la struttura elicoidale del
DNA, elemento di vita comune a tutti gli esseri viventi. Nel DNA
tutto è connesso “
Buona parte della nostra informazione genetica è condivisa con molti esseri viventi” (LS 138). Acqua, natura, terra, animali, piante, persone ci ricordano che “
Non è superfluo insistere ulteriormente sul fatto che tutto è connesso” (LS 138).
La capulana viene venduta a un prezzo simbolico che servirà poi per finanziare le varie attività che verranno realizzate da giovani donne per rigenerare l’ambiente.
Leggi la testimonianza "7 giovani donne per la cura della casa comune"