Era il 3 agosto 2019.
Appena atterrati ad Haiti per iniziare il Cantiere, carichi di valigie, apparve lei. Suor Luisa, nel suo gonnino lungo grigio, camicia chiara e quel sorriso così contagioso.
Ma la cosa che più mi colpì fu quel suo
volerci bene da subito. Ancora non ci conosceva e già ci voleva bene.
Da lì, iniziammo a condividere un'amicizia, un'esperienza e un pezzetto di vita.
Lei che ci accolse nella sua casina, con il sorriso, sempre premurosa e attenta che tutti noi ci sentissimo a nostro agio e avessimo tutto ciò che ci servisse.
Lei che sorrideva sempre a tutti, apriva le porte a chiunque suonasse il campanello e a qualunque ora.
Lei che sorrideva ma si arrabbiava anche con le situazioni di ingiustizia che vedeva nella sua Haiti.
Tutti le volevano bene, tutti quelli che la incrociavano le correvano affianco e le sorridevano, la salutavano, perchè lei era così:
smuoveva nelle persone un sorriso.
Per i ragazzi di Kay Chal
era come una mamma, un'amica, un'insegnante, un faro e lo si vedeva nei piccoli gesti.
Haiti e tutti quelli che l'hanno conosciuta oggi piangono una persona umile ma dal cuore grande, una presenza silenziosa come mi piace chiamarla ma che per Haiti ha fatto tanto e ha dato tanto a tutti quelli che l'hanno incontrata.
Sono certa che il bene che ha generato darà i suoi frutti più belli.
Grazie per avermi testimoniato cosa vuol dire
DONARSI per amore.
Giada Biraghi, 27 giugno 2022 |