La diocesi di Maputo da anni lavora nel Carcere Civile di Maputo, attraverso la Pastorale carceraria diocesana, per la dignità, la riabilitazione e la reintegrazione dei detenuti nella società mozambicana.
Nella sola provincia di Maputo i detenuti sono quasi 10.000, di cui circa 5.000 concentrati nelle carceri principali della Città di Maputo, di cui circa 250 donne.
Le proposte formative previste dalla Pastorale carceraria sono varie: preghiera e catechesi, formazione biblica, scuola di vita, laboratori di formazione psico-lavorativa e arteterapia. Inoltre, prestiamo attenzione ai fabbisogni di beni materiali (abbigliamento, calzature, prodotti per l'igiene, ...) e forniture alimentari che integrano la scarsa dieta carceraria (pane, burro, biscotti, frutta e succhi di frutta, verdure, latte in polvere, ...).
Il presente progetto, localmente presentato come “Alzati e cammina”, è essenziale per poter portare a buon fine tante azioni di formazione professionale e promozione umana a favore dei poveri dentro le carceri, specialmente le detenute. Il titolo ricorda la parola di Gesù che vuole rimettere in piedi l’essere umano perché cammini verso il bene, la salvezza e la realizzazione piena dell’umanità.
Progetto:
Il progetto intende riattivare nelle donne carcerate un nuovo desiderio di vivere, imparando l'arte del cucito, come modo per riscattare il proprio passato, rafforzare la propria autostima e preparare il ritorno alla vita sociale.
Sono previste delle sessioni di formazione teorica e poi la trasmissione dell'arte del cucito con il learning by doing (imparare facendo).
La comunità locale aiuta nel progetto con le visite al carcere e con l'empowerment delle donne con formazioni periodiche impartite da una sarta professionale che mirano a ridare l’autostima e a migliorare la capacità di relazione delle donne in carcere con il mondo esterno.
Prima dell'inizio della formazione verranno acquistati i materiali per gli atelier lavorativ e una macchina elettrica e manuale; si provvederà anche alla manutenzione delle macchine da cucito già presenti nel carcere. A fine corso verrà consegnato alle donne in carcere dell'ulteriore materiale per poter proseguire in autonomia nell'apprendimento. I capi di abbigliamento realizzati nel corso formativo potranno essere esposti, durante le visite dei familiari delle recluse e venduti per poter poi comprare nuovo materiale per cucire e perennizzare il progetto dopo la conclusione ufficiale dello stesso.