Il numero dei minori stranieri non accompagnati presenti sul nostro territorio è in costante aumento. Nel 2019 erano circa 10.000 e il trend, anche a causa degli effetti della pandemia, pareva in diminuzione.
Ma dal 2022 la curva si è invertita sensibilmente facendo più che raddoppiare il dato delle presenze.
I motivi sono tanti e vanno ricercati nelle cause delle migrazioni (aumento della povertà, dei conflitti, cambiamenti climatici in atto) e nelle impostazioni delle normative internazionali.
Molte famiglie quando si trovano a dover scegliere a chi far intraprendere il viaggio per l’Europa scelgono i minori perché non possono essere respinti alle frontiere.
Questo imporrebbe una
profonda riflessione sulle modalità di ingresso in Europa dei migranti, a cominciare dalla istituzione di vie legali di accesso in un continente che vede ogni anno diminuire la sua popolazione a causa dell’inverno demografico sempre più rigido. Ma il tema migranti è diventato un cavallo di battaglia di una certa politica che invece di pensare a delle soluzioni preferisce abbandonarsi al facile populismo, a lanciare allarmi sociali, a fomentare una guerra tra ultimi e penultimi che lascia da parte discorsi di prospettiva e di futuro.
Tornando alla situazione dei Minori non Accompagnati c’è da rilevare che
la maggioranza è composta da ragazzi (circa il 90%) e di questi quasi l’80% ha tra i 16 e i 17 anni.
I minori arrivano da
63 Paesi nel mondo: la maggior parte dei Paesi appartiene al continente africano, si tratta di 35 paesi da cui sono originari circa il 69% dei MSNA. Il secondo continente per numero di paesi di origine dei minori è l’Asia, con 13 Paesi coinvolti con l’8% del totale.
I paesi dell’Est Europa sono 11, da cui provengono 5.290 minori (22,8%).
Le principali cittadinanze dei minori censiti in Italia a fine 2023 sono l’egiziana (4.667 minori), l’ucraina (4.131), la tunisina (2.438), la gambiana (2.141), la guineana (1.925) e l’ivoriana (1.261). I minori accolti nel nostro Paese a fine 2023 non sono distribuiti equamente tra le diverse aree geografiche dell’Italia: oltre la metà è collocato nelle regioni del Sud e Isole, il 36% nel Nord e il 13% nel Centro del Paese, ma la seconda Regione per numero di minori accolti è la Lombardia con il 12% del totale.
Nel 2023, la Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha censito nel SIM (Sistema Informativo Minori)
l’ingresso nel Paese di 27.476 minori stranieri non accompagnati, di questi oltre 15mila sono arrivati nel secondo semestre 2023.
Nel corso del 2023, nel SIM è stata registrata l’uscita dal sistema di accoglienza di
24.375 minori stranieri non accompagnati, di questi circa 11.600 sono usciti nella prima metà dell’anno e oltre 12.700 nel secondo semestre.
Per quasi la metà dei casi (48%) la motivazione di uscita è il compimento della maggiore età. L’altra motivazione, che conta circa
il 41% dei casi di uscita, è l’allontanamento per volontà del minore. Leggendo i dati possiamo capire che un numero elevato di minori stranieri sparisce senza che nessuno si preoccupi di cercarli. Considerati i problemi che hanno i Comuni nell’accoglienza legati ai posti disponibili, ai costi dell’accoglienza e alla difficoltà di avere dei sostegni per l’effettiva integrazione l’uscita dal sistema di protezione appare come fondamentale e indispensabile per mantenere il livello di accoglienza attuale. Risulta preoccupante che arrivata la maggiore età o a seguito dell’allontanamento volontario
non ci siano delle misure importanti di monitoraggio della situazione dei ragazzi che rischiano di diventare degli “invisibili”, soggetti alle più meschine offerte del mondo della malavita. L’integrazione è l’unica strada per poter dare loro un futuro dignitoso.
Caritas Ambrosiana, tramite le cooperative del Consorzio Farsi Prossimo, accoglie 80 minori in diverse strutture, 40 ragazzi in alloggi in autonomia e ha aiutato ad avviare l'affido famigliare per 6 ragazzi.
Ma al compimento della maggiore età i ragazzi non possono più essere accolti in comunità e devono cercare una sistemazione autonoma. Ma anche a fronte di un buon stipendio i ragazzi non riescono a trovare chi affitti loro un alloggio.
Per questo motivo abbiamo lanciato il progetto "Casa tua... casa mia" per aiutare i ragazzi che hanno inziato un bel percorso di integrazione a continuare a inserirsi nella nostra società. Con questo progetto cerchiamo proprietari di appartamenti a Milano o hinterland disposti darli in affitto ai nostri ragazzi in uscita dalle comunità di accoglienza e lanciamo una raccolta fondi per creare un fondo di garanzia per sostenere i ragazzi.

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