"Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!" (Papa Francesco)

Diciamocelo francamente: erano anni che il linguaggio sulla povertà della Chiesa aveva perso appeal, era passato di moda, quasi relegato nelle utopie degli anni 60-70, quando - secondo alcuni -la Chiesa si sarebbe fatta condizionare da pauperismi pseudo marxisti. Quasi che il Vangelo non fosse sufficiente a giustificare l'impegno per la Chiesa di sempre a sconfiggere la tentazione dipensarsi come potenza mondana, alla ricerca di un successo mondano da raggiungere con strumenti mondani. Intendiamoci. Parlare di Chiesa povera non significa certo ignorare che la Chiesa ha bisogno dibeni, di risorse, in assenza delle quali difficilmente potrebbe svolgere la sua missione, ad esempionei paesi più poveri dove le comunità cristiane dispongono di mezzi umili, oppure nel far fronte ad emergenze umanitarie purtroppo sempre attuali. Una Chiesa è povera quando fa un uso trasparentedei suoi beni, quando riesce a mostrare la provenienza delle sue risorse e parimenti la lorodestinazione. Una Chiesa è povera quando le sue "ricchezze" sono indirizzate in una prospettiva solidale. Una Chiesa è povera quando vive una effettiva sobrietà nello stile di vita di chi larappresenta e nel modo di porgersi al mondo.Certamente dovremo riprendere questo discorso. Per ora lo spunto di Papa Francesco ci permette difare due nomi, quelli di due Pastori, due Vescovi che hanno interpretato in modo autentico questoimpegno di povertà.
Il primo è quello di don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, morto di cancro esattamente venti annifa. Dei tanti suoi scritti mi piace ricordare quello in cui don Tonino parlava di una "Chiesa delgrembiule che lascia o tralascia i segni del potere per scegliere il potere dei segni", una Chiesa servadella felicità dell'uomo. Lui che - ormai consumato dalla malattia - non esitò a partecipare ad una spedizione di pace a Sarajevo affinché i media si accorgessero di un conflitto fratricida che siconsumava al di là del mare Adriatico...Pastore di una chiesa che serve, che si prende cura dell’altro, soprattutto se piccolo, povero,emarginato.
Il secondo nome è quello di Oscar Arnulfo Romero, Vescovo di San Salvador, assassinato mentre celebrava messa, ormai 33 anni orsono e di cui Papa Francesco ha fatto ripartire l'iter verso la beatificazione. Un uomo che ha vissuto la povertà semplicemente decidendo di camminare accanto ai poveri della sua Diocesi, facendo diventare ragione di vita la scelta preferenziale dei poveri. Inparticolare si adoperò per i campesinos senza diritti e senza difensori, a favore dei quali alzò la voce contro coloro che, senza scrupoli e con l'arroganza tipica dei prepotenti, li facevano oggetto di sopraffazioni e sfruttamento. Queste le parole conclusive dell’ultima sua omelia, il 24 marzo 1980:
“Dalla fede cristiana sappiamo che in questo momento l’ostia di grano si converte nel corpo del Signore offerto per la redenzione del mondo e il vino in questo calice si trasforma nel sangue prezzo di salvezza. Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci alimenti anche per dare il nostro corpo e il nostro sangue alla sofferenza e al dolore, come Cristo, non per sé, ma per dare frutti di giustizia e di pace al nostro popolo”.
Aveva appena finito di pronunciare queste parole che un colpo di fucile al petto le trasformava nel suo testamento spirituale: amare Dio sopra ogni cosa e amarci gli uni gli altri come Cristo ha amato noi, fino a dare la vita per i fratelli.
Dunque, ben venga che nella comunità cristiana torni in voga la grammatica della povertà, non tanto come sterile esaltazione di una Chiesa priva di risorse, quanto come riaffermazione di una "predilezione" obbligatoria a favore di quanti la vita ha messo ai margini e gli uomini hanno derubato dei propri diritti.
Don Roberto Davanzo


Disponibile per il download l'inserto "Farsi Prossimo" di giugno 2013 de "Il Segno".

La pagina dedicata agli editoriali del "Farsi Prossimo" si trova qui.
 
 
 

 
newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Regali solidali
EVENTI E INIZIATIVE
29/03/2023
Iniziative

Info Cantieri 2023

Mercoledì 29 marzo 2023 ore 20.00 ti aspettiamo presso la nostra sede per la presentazione dei Cantieri della Solidarietà 2023. 4 mete in Italia e 6 all'estero... o forse di più

10/04/2023
Iniziative

Refettorio Ambrosiano: Giovani volontari cercasi

Esperienza di volontariato per giovani 18-35 anni

18/03/2023
Convegni

La Caritas tra profezia e missione

Sabato 18 marzo dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso la Cripta della Parrocchia SS.Pietro e Paolo – via Petracchi – Masnago

25/02/2023
Convegni

Beati i costruttori di guerra?

Guarda la registrazione del Convegno Mondialità che si è tenuto sabato 18 febbraio 2023. Nel 60° anniversario dell’enciclica Pacem in Terris di papa Giovanni XXIII e in una condizione di guerra che coinvolge da vicino l’Europa e decine di altri Paesi nel mondo, il Convegno intende offrire una riflessione sui temi della pace e della guerra

EDITORIALE

Del Direttore: 
Luciano Gualzetti



 

Guerra in ucraina. La rete di Caritas Ambrosiana
Siamo reduci, ed è un aggettivo per certi versi inevitabile, da un anno che ha sconvolto il mondo, e che non può non averci interpellati nel profondo delle nostre prassi, delle nostre convinzioni, delle nostre aspirazioni... Leggi qui


IN EVIDENZA
Iniziative
Emergenze in corso
La nostra offerta
Tabella trasparenza
Trasparenza 2021

Ai sensi di quanto previsto dalla legge 124/2017, si comunica quanto la Fondazione Caritas Ambrosiana ha ricevuto nel corso dell’anno 2021 dalla pubblica ammini ...