Lavoro a rischio per tutti. Le risorse non vanno sprecate

L’altro giorno mi è capitato di parlare con una giovane imprenditrice e mamma. La sua azienda (un’impresa individuale con qualche collaboratore occasionale) si occupa di organizzare eventi.
L’ultima manifestazione che è riuscita a promuovere, mi ha raccontato, è stata una piccola fiera gastronomica in un comune della provincia di Milano. Era il mese di febbraio. Un anno fa. Poi è arrivato il primo lockdown. E da allora non ha più fatturato nulla. Nel frattempo però sono arrivate a scadenza le rate del leasing del furgone, le rette delle scuole delle bambine, il mutuo, le bollette del gas e della luce. Tutte spese che gravavano sulle sue spalle dal momento che il marito è disoccupato da prima che arrivasse il Covid. I ristori dello Stato sono arrivati ma non le hanno dato ossigeno a sufficienza (1200 euro in un anno). Così la signora ad un certo punto si è decisa a bussare alla porta della parrocchia. Mi ha confessato che, la prima volta, ha provato una vergogna terribile. Non solo. Credeva che non ne avrebbe cavato un ragno dal buco. Temeva che le avrebbero dato appuntamento per consegnarle qualche scatoletta di tonno, dei pelati, un po’ di pasta. Invece ha scoperto che erano in grado di aiutarla davvero.

Un anno di pandemia ha modificato il profilo della piramide sociale. La punta si è assottigliata mentre la base è diventata più larga a causa dello scivolamento verso il basso di chi stava ai piani intermedi. È uno smottamento allarmante che è iniziato ormai da qualche tempo e contro il quale gli aiuti pubblici non sembrano puntelli sufficienti. Gli ammortizzatori sociali sono lenti ad arrivare e, anche quando scattano, non attutiscono a sufficienza il contraccolpo. Intere categorie non hanno nessuna rete di protezione su cui rimbalzare. E il sistema di compensazioni previsto per chi è stato costretto a fermarsi non pompa risorse sufficienti come dimostra il caso dell’organizzatrice di eventi che abbiamo assistito.

È evidente che occorra un nuovo sistema di welfare. Lo invochiamo da decenni. Ma ora è davvero l’ultima chiamata. Tra le tante riforme che sono necessarie per far decollare lo straordinario piano di aiuti europeo che ridisegnerà il futuro del nostro Paese, il Recovery Plan, c’è anche quella dello stato sociale. Insieme ad una giustizia più veloce, una pubblica amministrazione più efficiente, un sistema di istruzione più moderno, occorre anche ridefinire un nuovo rapporto tra stato e società se vogliamo spendere bene i 209 miliardi che l’Europa ci ha promesso e consegnare ai nostri figli un Paese migliore.

Nel ridefinire tale rapporto sarebbe anche bene tenere conto della storia peculiare del nostro Paese dove la Chiesa prima, e i movimenti della società civile poi, hanno in passato spesso fatto le veci del nascente Stato unitario e continuano oggi a mantenere un ruolo determinante.

I miei colleghi tedeschi quando vengono in visita a Milano rimangono sbalorditi dalla rete capillare delle parrocchie e dalle migliaia di volontari che operano nei quartieri della città e nei comuni medi e piccoli della provincia. Quella rete è il nostro capitale sociale. Varrebbe la pena che una volta per tutte fosse messo a reddito. Cominciando a considerare che il Terzo settore, non è terzo davvero a nessuno. Lo abbiamo dimostrato, per l’ennesima volta, proprio in mezzo a questa terribile tempesta che ancora non è passata. Proprio la presenza ramificata nei territori della Chiesa e dell’associazionismo laico e cattolico diffuso ha evitato a tante persone colpite dalla crisi, di finire a terra, condizione da cui è sempre più complicato e oneroso risollevarsi. Sarebbe ora che fosse riconosciuto non solo con qualche pacca sulle spalle.

Luciano Gualzetti

Leggi tutto l'inserto di Farsi Prossimo sul Segno di marzo 2021
 

newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Regali solidali
EVENTI E INIZIATIVE
14/09/2024
Convegni

Convegno Caritas Decanali 2024

Farsi prossimo per essere pellegrini di speranza

26/09/2024
Iniziative

Serata informativa sull'affido familiare dei Minori Non Accompagnati

Serata informativa per approfondire il tema dell'affido familiare dei minori non accompagnati

01/10/2024
Iniziative

CORSIE D'EMERGENZA

Aperte le iscrizioni per il corso Corsie d'emergenza. CORSIE D’EMERGENZA è un percorso esperienziale e formativo sul tema della gestione delle emergenze promosso da Caritas Ambrosiana. Scopri di più...

15/10/2024
Iniziative

Avvento 2024 webinar progetti

Iscriviti alla diretta streaming del webinar di presentazione dei progetti di Avvento di Carità 2024 in programma martedì 15 ottobre. Con interventi dal Brasile, Sud Sudan e Uganda da parte dei responsabili dei progetti.

EDITORIALE

Del Direttore: 
Luciano Gualzetti



 
Sulla salute nessun azzardo, è tempo di responsabilità
Nel 2023 la somma raccolta in Italia dal gioco d’azzardo ha raggiunto un nuovo record, salendo a quota 147,7 miliardi di euro... Leggi qui

IN EVIDENZA
Tabella trasparenza
Trasparenza 2023

Ai sensi di quanto previsto dalla legge 124/2017, si comunica quanto la Fondazione Caritas Ambrosiana ha ricevuto nel corso dell’anno 2023 dalla pubblica ammini ...

La nostra offerta
Numero dedicato donatori
Vuoi fare del bene? Chiamaci...

02.40703424 è il nuovo numero da chiamare per sapere come fare del bene... meglio! Chiama il nostro numero dedicato ai donatori Caritas, riceverai tutte le info ...

Progetti in evidenza