Il 6 luglio scorso, si è svolto ad Amatrice il secondo Forum delle Comunità Laudato sì, promosso dalla diocesi di Rieti (gemellata con le Caritas lombarde e quindi anche con la nostra) e frutto di una relazione tra chiese propiziate da Caritas Italiana in occasione del sisma del 2016.
Va sottolineato come sia raro che in eventi drammatici come questi, dove si è portati a pensarci come coloro che si devono attivare per raccogliere fondi destinati alle popolazioni, ci si trovi di fronte a una chiesa colpita nella pastorale, nelle relazioni, nell’economia e nella spiritualità. Una chiesa che si attiva a sua volta e propone di riflettere, a partire dal terremoto, sull’ambiente e sul rapporto che l’umanità ha con l’ambiente stesso. Come? Proponendo di costituire in ogni diocesi, parrocchia, comunità civile in Italia, in tutta la Chiesa Italiana e non solo (significativo il contributo di Slow Food con Carlin Petrini), le Comunità Laudato sì. Non solo, il Vescovo di Rieti Mons. Domenico Pompili ha deciso di dedicare un pezzo significativo del progetto di ricostruzione del centro di Amatrice alla Casa del Futuro come luogo per accogliere giovani sul tema dell’enciclica Laudato sì.
Il Forum è stato arricchito dalle parole di saluto di Papa Francesco che ha ricordato come la giustizia sociale è intimamente legata all’ecologia e che la crisi che stiamo attraversando, pur avendo negli scenari ambientali evidenti segnali e quasi irreversibili conseguenze, sia di natura antropologica e spirituale.
Il Papa nel suo saluto ha chiesto di assumere tre prospettive: di Lode, per custodire la bellezza del creato con stupore e venerazione; di centralità dell’Eucarestia, per ringraziare del dono della natura perché la gioia sia condivisa con tutti; di Ascesi, per uscire da sé, dal proprio individualismo chiedendo di rinunciare a qualcosa per il bene di tutti. È evidente l’urgenza della questione. Non siamo ancora consapevoli che il punto di non ritorno è vicino, ma per il profitto si nasconde la verità. L’atteggiamento di lode (Laudato sì) ci deve riportare all’atteggiamento di coloro che sono custodi della Madre Terra per consegnarla vivibile e possibilmente più bella, alle future generazioni. Il tempo non è molto. Dobbiamo lavorare insieme, senza limitazioni o restrizioni di credo, orientamento politico, nazionalità, estrazione sociale.
Le Comunità Laudato sì (Caritas Ambrosiana ha dato la sua adesione) sono un’occasione offerta a tutte le parrocchie, le associazioni, i territori della Diocesi per riflettere e individuare azioni concrete per una conversione ecologica che tenga unito ambiente e giustizia. E che questo insegnamento ci arrivi da una Chiesa che sta soffrendo a causa di un evento naturale come il terremoto, che mette a nudo le responsabilità dell’uomo, è una provocazione che non possiamo che accogliere come un dono più grande del poco o tanto aiuto che generosamente le nostre comunità hanno portato e ancora dovranno portare alle popolazioni colpite dal sisma.
Nel prossimo anno pastorale, promuoveremo iniziative per far crescere questa consapevolezza e attivare azioni concrete che colgano la sfida dell’ecologia integrale che ascolta il grido dei poveri e della terra sfruttata.
Luciano Gualzetti
Leggi tutto l'inserto Farsi Prossimo sul Segno di Settembre 2019