«Questo mese devo scegliere se comprare le scarpe nuove ai miei tre bambini o pagare la bolletta della luce. Cosa devo fare?». L’altro giorno un volontario di un centro di ascolto alla Barona, mi ha detto che una giovane madre del quartiere gli aveva rivolto questa angosciosa domanda. Il volontario mi ha raccontato anche la storia della donna. Il marito, 40 anni, ha perso il lavoro nel 2015, e da allora non è più riuscito a trovare un’occupazione fissa. Oggi si arrangia facendo le pulizie in due condomini del quartiere per 400 euro al mese. Lei ne guadagna altre 600 come portinaia. In tutto fanno 1.000 euro da cui però bisogna sottrarne 150 per le rate dell’auto acquistata quando i tempi erano migliori e 600 per l’affitto. Ne avanzano 250 per tutto il resto. Evidentemente non bastano.
Ora fortunatamente questa famiglia potrà entrare a far parte dei beneficiari di EmPOWERment, il progetto di Caritas Ambrosiana che ha vinto il bando “Doniamo Energia” lanciato da Fondazione Cariplo e Banco dell’energia Onlus.
Grazie al progetto “EmPOWERment”, la coppia riceverà, attraverso gli operatori del Servizio Siloe un contributo economico per il pagamento delle bollette e sarà affiancata nella parrocchia di residenza da figure tutor volontarie formate per aiutarla nella gestione del bilancio familiare allo scopo di prevenire situazioni più gravi di indebitamento.
Sono ormai 10 anni che Caritas Ambrosiana si trova ad affrontare casi come quello di questa giovane coppia della Barona, famiglie di equilibristi, che dopo aver vissuto sul filo della povertà per anni, sono scivolate di sotto appena il vento della crisi ha cominciato a soffiare.
Ora l’analisi dei dati ci dice che l’economia ha ricominciato a girare, ma le vittime che sono precipitate nell’indigenza, non sono ancora riuscite a risollevarsi e continuano ad avere bisogno di un aiuto concreto per far fronte alle incombenze quotidiane e ritrovare la serenità necessaria per cercare una via d’uscita e non commettere errori.
Caritas Ambrosiana resterà accanto a loro. Ma per farlo ha bisogno di trovare nuove alleanze, non solo dentro i canali consueti, quelli con il settore pubblico, nella logica della sussidiarietà, ma anche attraverso la collaborazione con il mondo produttivo.
Da tempo a partire dall’analisi dei dati dei centri di ascolto da parte dell’Osservatorio delle Povertà la Chiesa di Milano ha cercato di dare delle risposte più incisive. Nel 2005 la Fondazione san Bernardino per gli indebitati (su Usura e Azzardo). Dal 2009 con il Fondo Famiglia Lavoro per i disoccupati e il Prestito della Speranza della CEI (Microcredito). Nel 2010 la proposta di un piano di lotta alla povertà universalistico e selettivo come il Reddito di Autonomia che ha avviato al livello nazionale un percorso verso un Reddito di Inclusione Sociale con l’Alleanza contro la Povertà (che ha prodotto nel 2014 il SIA e da quest’anno il REI). Infine la crisi ha fatto esplodere gli aiuti alimentari con raccolta di beni alimentari e distribuzione con pacchi viveri, apertura di mense e degli Empori Solidali.
Tutto questi strumenti hanno spinto la Caritas a promuovere un nuovo ruolo del Centro di Ascolto. Sempre più fulcro di orientamento e porta di accesso a questi strumenti in base a un progetto personalizzato in vista di una reale promozione della sua autonomia e cittadinanza.
Non è più derogabile stabilire un patto tra la “comunità di cura” (vale a dire il vasto mondo del privato sociale di cui anche Caritas fa parte), le istituzioni che devono riconoscere i diritti dei deboli come responsabilità propria e la “comunità produttiva” (le imprese), in un rapporto alla pari, senza complessi, nel rispetto reciproco dei ruoli, ma con la consapevolezza di essere tutti parte dell’unica vera comunità che non ha confini ma che crea reali legami di fiducia e responsabilità nei confronti dei più fragili.
Questa è la sfida che abbiamo di fronte. Noi vogliamo raccoglierla.
Luciano Gualzetti
Leggi tutto l'inserto di Farsi Prossimo sul Segno di Novembre 2017