
Carità, espressione autentica delle nostre comunità
Veniamo da un’estate devastante. Attraversata da una guerra in atto che entra nei luoghi ordinari della nostra convivenza: simboli della nostra cultura. Le strade come nella strage sulla Promenade des Anglais di Nizza in Francia. In uno dei più belli lungomare della Costa Azzurra, in piena festa e vacanza, si è abbattuta una violenza cieca su turisti compresi bambini e anziani. I Centri Commerciali come nell’attacco di Monaco di Baviera in Germania dove la violenza di un tedesco si è scagliata sui clienti. Dopo giornali, concerti, stadi, anche i luoghi del turismo e del commercio non sono immuni a questa guerra che ci raggiunge anche in Europa, non solo per i flussi dei profughi che continuano.
Ma entra anche nelle chiese. Pensiamo all’inaudita uccisione di un prete durante la celebrazione della messa all’interno della chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, vicino Rouen, sempre in Francia. Padre Jacques Harmel era uno che costruiva ponti e non muri. E viene ucciso nel momento più alto della vita del sacerdote quando celebra la Parola e spezza il Pane. Annuncio di una vita che vale solo se è donata, spezzata con il fratello, chiunque esso sia. Alla chiamata alle armi in una guerra di religione come certuni vorrebbero, Papa Francesco ha risposto ribadendo che il faro del cristiano sono le beatitudini e di pregare per i nemici e i persecutori perché il nostro Dio ‘fa sorgere il sole sopra i malvagi e i buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti’ (Mt 5, 45). La sorprendente risposta dei mussulmani francesi e italiani di recarsi nelle Chiese per portare la propria adesione a questa visione di misericordia ci dà speranza che non si cada nel tranello della paura reciproca e di nuovi muri.
Siamo ancora nell’Anno della Misericordia che si concluderà il prossimo novembre. Non dobbiamo smettere come Caritas, come era nelle intenzioni di Papa Francesco, di proporre questa come un’occasione per verificare l’adesione al Vangelo delle nostre vite e della vita delle nostre comunità delle quali siamo al servizio. Promuovere le opere di misericordia e quindi la vicinanza e il coinvolgimento dei poveri nelle nostre reti e opere caritative, ma anche nelle ordinarie attività pastorali, è dare senso al compito affidato alla Caritas di promozione e coordinamento aperto e intelligente della Carità.
Nel ringraziare ancora una volta don Roberto Davanzo per il suo servizio come direttore di questi anni, ma anche perché ci ha aiutato ad approfondire le opere di misericordia, pubblicate sull’inserto Farsi Prossimo ed ora disponibili sul nostro sito, accogliamo don Massimiliano come dono fatto dal nostro Cardinale Angelo Scola per una Caritas Ambrosiana sempre più attenta ai cammini dei giovani e delle nostre comunità pastorali, perché siano sempre più fraterne e accoglienti.
Qui di seguito troviamo il suo saluto.
Buon Anno pastorale a tutti voi!
Luciano Gualzetti
Leggi tutto l'inserto Farsi Prossimo sul Segno di Settembre 2016
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