Rom, idee per chiudere con dignità via Novara

Con l’ormai imminente inizio dei lavori infrastrutturali per l’Expo 2015 in via Novara, alla periferia ovest della città, sta per chiudere uno dei più vecchi campi rom autorizzati dal Comune di Milano, realizzato, per decisione dell’amministrazione comunale, già nel lontano 2001 per dare ospitalità a rom kossovari e macedoni che la guerra dei Balcani aveva reso profughi.
 
L’area è  oggetto dal 2009 di un piano di smantellamento, voluto dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni e proseguito in questi anni tra alti e bassi, avanzamenti e retromarce. Ciononostante il programma ha consentito alla Caritas Ambrosiana e al Consorzio Farsi Prossimo, in collaborazione con il Comune di Milano, di trovare una soluzione abitativa più dignitosa per la stragrande maggioranza degli ospiti. Attualmente 24 famiglie vivono in appartamenti: alcuni messi a disposizione dal privato sociale, altri dall’Aler, altri ancora trovati autonomamente dai rom stessi nel mercato delle locazioni private.
 
Fino al 31 luglio una convenzione con il Comune di Milano garantiva anche un accompagnamento delle famiglie del campo, nonché il sostegno per quelle ormai inserite negli appartamenti e comunque bisognose di un affiancamento rispetto al loro nuovo modo di abitare. Tale convenzione è scaduta e non sembrano esserci prospettive per una sua ripresa malgrado gli operatori di Caritas e del Consorzio Farsi Prossimo non abbiano mai smesso di stare accanto a queste persone. Soprattutto manca una prospettiva dignitosa per le quindici famiglie che dovranno lasciare il campo. Famiglie per lo più gravemente disagiate e incapaci di accedere in autonomia a soluzioni abitative alternative.
 
L’Expo si avvicina e con esso la necessità di preparare le necessarie infrastrutture. Che ne sarà delle quindici famiglie ancora presenti in via Novara? Che ne sarà delle altre famiglie già in appartamento, alle quali è necessario garantire un accompagnamento per favorire i loro percorsi?
 
Interrompere il lavoro d’integrazione condotto fino a qui, rischia di riportare la situazione dei rom paradossalmente più indietro rispetto al punto in cui si era cominciato. Fuori dal campo autorizzato dal Comune, difficilmente i rom che ancora vivono in via Novara torneranno nei paesi da cui sono venuti. Più facilmente resteranno in città e finiranno con accrescere il numero degli occupanti delle aree abusive che sono, solitamente, le più problematiche per la convivenza nei quartieri. Inoltre senza un prospettiva volta anche ad un inserimento meno precario nel mondo del lavoro, si troveranno presto in grossa difficoltà pure coloro che già stanno negli appartamenti. Che fare allora?
 
È compito dell’Amministrazione comunale individuare le soluzioni. Da parte di Caritas Ambrosiana, come è dimostrato nei fatti, anche in questa particolare situazione, siamo pronti a collaborare. Ci permettiamo, tuttavia, sulla base della nostra conoscenza di suggerire qualche criterio generale che possa orientare il percorso futuro da portare avanti, con noi o senza di noi,  per il bene dei rom e nell’interesse degli stessi milanesi. Perché, sia detto per inciso, dovrebbe ormai esser chiaro che Milano che lo desideri o no, con i rom deve convivere e chi, soprattutto in passato, ha fatto credere che si poteva eludere il problema con gli sgomberi muscolari, è stato smentito dai fatti.
 
Ma veniamo ai criteri. Primo: la responsabilità. Ogni percorso educativo richiede assunzioni di impegni precisi da una parte e dall’altra. Dunque, ogni futuro intervento sociale nei confronti di queste famiglie deve essere commisurato agli obiettivi che esse raggiungono. Secondo: diversificare. Non possiamo pensare ad una sola soluzione abitativa che vada bene per tutti i nuclei rom. Ci sono famiglie che sono pronte a vivere in appartamento, altre che non lo sono ancora, altre ancora che non lo saranno mai, perché troppo numerose, troppo legate a stili di vita comunitari, che mal si conciliano con il nostro. Terzo: tempi certi. Ogni percorso deve avere un inizio e una fine. La vaghezza determinata da annunci cui non seguono atti, mina la credibilità di qualsiasi progetto. Ci si dia, dunque, obiettivi realistici e scadenze da rispettare.

newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Regali solidali
EVENTI E INIZIATIVE
19/02/2025
Iniziative

Casa tua... casa mia

Incontro di presentazione del progetto "Casa tua... casa mia" aperto a tutta la cittadinanza

20/02/2025
Iniziative

Info Cantieri 2025

Ti aspettiamo in sede per approfondire le proposte dei Cantieri della Solidarietà 2025, campi estivi in Italia e all'estero. Leggi come iscriverti

01/03/2025
Iniziative

Percorso STRADE DI PACE

Formazioni 18-35 anni

15/02/2025
Convegni

Giubileo e remissione del debito. A che punto siamo?

L'appuntamento tradizionale del Convegno diocesano mondialità quest'anno, in occasione del Giubileo, ritorna sul tema della remissione del debito, che già ci ha visto impegnato nel 2000

EDITORIALE

Del Direttore: 
Luciano Gualzetti



 
Mezzo secolo di servizio, un inesausto bisogno di carità

«Un grazie lungo mezzo secolo. Ai padri fondatori, che respirarono aria di rinnovamento (spirava dal Concilio) e la tradussero in pastorale organizzata... Leggi qui


IN EVIDENZA
Iniziative
Notizie
Basta favori ai mercanti di armi

Caritas Ambrosiana ha aderito e rilancia la petizione "Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della legge 185/90"

Mese della Pace 2025
Speciale Mese della Pace 2025

In questa sezione presentiamo il messaggio di Papa Francesco per la 58a giornata mondiale della pace e il materiale che abbiamo preparato

Tabella trasparenza
Trasparenza 2023

Ai sensi di quanto previsto dalla legge 124/2017, si comunica quanto la Fondazione Caritas Ambrosiana ha ricevuto nel corso dell’anno 2023 dalla pubblica ammini ...