Progetto grafico a cura di Lorenzo Peri
studente Civica Scuola Arte&Messaggio - Comune di Milano
Adina e la sua famiglia vivono in un paesino non lontano da Chisinau, capitale della moldova.
Vivono in estrema povertà, il padre si arrabatta con piccoli lavoretti. Adina lascia la scuola poco prima di diplomarsi, e, per aiutare la propria famiglia, decide di trasferirsi nella capitale dove trova lavoro in fabbrica.
Lo stipendio è comunque basso e poche le prospettive per il futuro e, quando Adina conosce un uomo che le propone un lavoro sicuro e ben pagato in Italia come badante, si fida senza troppe paure.
Quello che poi si rivelerà il suo sfruttatore organizza il suo viaggio: diversi giorni per arrivare, attraversando le frontiere a piedi per eludere i controlli.
Solo una volta arrivata in Italia, a bologna, in un appartamento fatiscente dove vive anche la nipote dell’uomo, Adina scopre che dovrà prostituirsi.
Per un mese Adina viene istruita in strada: cosa deve dire ai clienti (poche semplici frasi, Adina in fondo non capisce e ancora non parla italiano), quanto deve chiedere. Affiancata dall’altra ragazza, ed entrambe controllate a vista dallo sfruttatore, succede anche che venga letteralmente spinta dentro le macchine.
Come succede che debba “lavorare” senza preservativo.
Adina all’inizio è terrorizzata, anche perché vede l’uomo che non si fa alcuno scrupolo a picchiare anche la nipote.
Passano i mesi, sempre in strada, Adina è forte e resiste...e impara “il mestiere”.
Non riesce però ad inviare a casa dei soldi, come almeno vorrebbe, e, più il tempo passa, più fatica a reggere il peso delle bugie che continua a raccontare alla madre.
Adina ad un certo punto trova il coraggio di scappare: oggi è in comunità dove, libera, sta scegliendo il proprio futuro.
Sta cercando di lasciare dietro di sé le “cose brutte” che le sono capitate, e ancora non sa se vuole restare in Italia o tornare dalla propria famiglia.
Quello che è certo è che ha deciso di denunciare il proprio “magnaccia”, si chiede cosa succederà alla ragazza che era con lei, non l’ha mai più sentita.
Ma certo, spera, la sua denuncia forse potrà evitare ad altre il suo incubo.
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