Ferjiana è una donna rom e quando è scoppiata la guerra in Kosovo aveva appena partorito una bambina. E’ scappata tenendola in braccio da un conflitto che neanche capiva. Durante la fuga ha perso i contatti con i suoi familiari. Mentre una barca di scafisti la portava in Italia cercava di non pensare a ciò che aveva lasciato. Per anni Ferijana ha vissuto in un campo comunale, ottenendo il riconoscimento della protezione internazionale. Dopo un percorso di inserimento lavorativo offerto da un progetto della Caritas ha trovato lavoro come cameriera in un grande albergo, dove da poco è stata assunta anche la figlia.
Ferijana e altre donne che hanno affrontato la migrazione ci raccontano la loro esperienza durante la serata “Le persone sono libri viventi”.
È l’occasione per conoscere i loro percorsi di vita e di integrazione. Non sono quasi mai percorsi facili: passano attraverso una migrazione forzata, dovuta alla guerra, alle persecuzioni, alla povertà. Tutte queste donne hanno però lo stesso obiettivo: costruire per sé e per la propria famiglia un presente e un futuro di stabilità e di dignità. Per loro questo è stato possibile attraverso il lavoro, in particolare attraverso il progetto Taivè, una sartoria che impiega donne in percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro.
Durante la serata sarà anche possibile cenare con piatti tipici dei Paesi di provenienza delle donne attualmente inserite nel progetto Taivé.
Questo incontro rientra tra le attività di
M.IN.D (Migration Interconnectedness Development), un progetto triennale finanziato dalla Commissione Europea attraverso fondi DEVCO (Direzione generale della Cooperazione internazionale e dello sviluppo), volto a sensibilizzare la società civile e le istituzioni nazionali ed europee sul complesso legame esistente tra
migrazione e sviluppo.