Come ha detto nel suo intervento al convegno ”
Doposcuola e Politiche Territoriali” il lavoro di Cristina con la pubblica amministrazione consiste innanzi tutto in un'opera di traduzione tra il linguaggio dei doposcuola - quello dei rapporti quotidiani tra volontari e ragazzi - e quello dei funzionari-politici. Andata e ritorno.
"Parlo di traduzione perché il rischio è proprio che non ci si comprenda. Un paio di anni fa, quand'ero già coordinatrice, mi hanno chiamata dal Comune per farmi vedere un progetto con tanto di richiesta di finanziamento da parte di un doposcuola monzese dicendomi: "Cos'è questa roba qui!" Erano infastiditi dalla mancanza di un minimo di forma. Da allora sono io l'interfaccia unico dei doposcuola, per l'amministrazione è più facile...anche perché io faccio da filtro, di fatto traduco. E per i volontari questo significa non dover curare anche questi aspetti burocratici.
"Hai qualche altro esempio da raccontare?"
"I
protocolli d'intesa con le scuole. Si tratta di accordi formalizzati tra scuola e doposcuola che sanciscono la collaborazione tra i due e ne indicano la modalità e i tempi. Noi abbiamo realizzato un format che è a disposizione di tutti i doposcuola, per il Comune serve a mappare i rapporti esistenti, per i doposcuola la negoziazione di questi protocolli sono l'occasione per rilanciare, periodicamente (visto che scadono), la relazione con la scuola a partire dalla situazione concreta, quanti alunni, con quali caratteristiche...Io li aiuto in questa operazione utilizzando questo strumento che è utile a entrambi."
"Nel convegno accennavi al fatto che tre assessorati si mettevano insieme per interloquire con te. E' ancora così?"
"Sì e no, la faccenda si è complicata, nel senso che la rete, che io rappresento, dei nove doposcuola parrocchiali è entrata a sua volta in una rete più ampia (siamo una rete nella rete) che coinvolge altri soggetti, cooperative e associazioni, ed è per tutti questi attori che gli assessorati hanno cercato di porsi come un unico interlocutore. Ne è risultata la partecipazione di tutti ad un grosso bando contro la dispersione scolastica. La sfida è operare tutti insieme. Gli assessorati che vi partecipano maggiormente sono due, istruzione e politiche giovanili, e le questioni tecniche che si toccano sono poco comprensibili anche per me, tanto che mi faccio affiancare da Don Augusto responsabile Caritas di Monza. Qua il lavoro di traduzione è addirittura doppio, nel senso che ho bisogno dell’interprete anch’io. D'altronde questa è la direzione in cui vanno e andranno sempre più i finanziamenti al sociale, quindi bisogna attrezzarsi per starci."
"Non ti pesa questo ruolo?"
Mi peserebbe se non potessi tornare, almeno un giorno alla settimana, a fare la
volontaria con i bambini. D'altronde stiamo facendo un lavoro sempre più grande e di qualità nei doposcuola a Monza e per curarlo bene bisogna seguire anche i livelli organizzativo e politico. Io sto imparando a muovermi, d'altronde non posso aver paura d'imparare visto che lo insegno ai ragazzi!