
La storia di Ines
Ines passa le sue giornate nel carcere di san Vittore, nella sua cella, e pensa. Ha un mucchio di cose a cui pensare: per prima cosa ai suoi due bambini, che ha lasciato nella bella isola dove è nata, per lavorare e inviare loro del denaro.
Tutto è andato in modo diverso da come avrebbe dovuto andare: le scelte si sono dipanate in una strada che sembrava correre in fretta, che l’hanno portata qui, in carcere. Sono passati gli anni e ora, alcune compagne le hanno parlato della legge italiana (sembra che qui in carcere tutti studino un po’ di giurisprudenza, sulla propria pelle…) che le consentirebbe di trascorrere il tempo residuo della sua pena fuori, in una casa, lavorando.
Questo è l’affidamento sociale, le hanno spiegato, basta avere un luogo dove poter abitare. Ines pensa alla sua casa, ma le compagne le spiegano che non funziona così, la casa deve essere qui a Milano, e deve essere un luogo adatto a scontare la sua pena.
Ines torna a guardare dalla finestra e a pensare alle sue spiagge, tanto lei casa a Milano proprio non ce l’ha…potesse averla, certo che le piacerebbe trascorrere fuori la restante detenzione, parlerebbe volentieri con gli assistenti sociali, anzi ne avrebbe proprio bisogno, per parlare del passato, per capire cosa fare a fine pena, cercare di lavorare un po’ (se la cava alla grande con ago e filo) e organizzarsi per il futuro, parola che non pronuncia da un po’, perché qui dentro i pensieri si fanno piccolini e il mare…sembra troppo lontano.
Quando un’educatrice le spiega che potrebbe esserci un appartamentino, da condividere con altre donne, che esiste una sartoria che cerca una lavorante, che esiste un’associazione che si occupa di casi proprio come il suo, Ines si chiede com’è possibile che qualcuno, qui, a Milano, possa pensare a lei….
Il progetto Ritorno al futuro
A pensare a lei sono gli operatori del progetto “Ritorno al futuro” che mira a favorire l’autonomia dei detenuti attraverso l’accesso all’affidamento in prova, alla semilibertà, alla detenzione domiciliare e alla detenzione speciale, nell’ultimo periodo di reclusione e verso il fine pena.
Non solo offrire un alloggio, ma anche accompagnamento socio educativo, piccolo supporto economico e accompagnamento dei familiari dei detenuti per il disbrigo delle pratiche burocratiche. I destinatari del progetto Ritorno al futuro sono i detenuti degli istituti di pena milanesi di San Vittore e di Bollate, gli ex detenuti e i loro familiari.
In particolare, per quanto riguarda l’accoglienza abitativa e l’accompagnamento socio-educativo sono beneficiari del progetto giovani di età compresa tra i 18 e i 45 anni.
Il beneficiario indiretto – a fronte dei dati presentati sull’efficacia della pena alternativa al carcere sulla riduzione delle recidive di atti criminali – è l’intera comunità.
Ines ce la sta facendo
Ines è ospite di uno degli appartamenti del Girasole da tre mesi, lavora presso un laboratorio di sartoria con una borsa lavoro. Con gli operatori sta considerando tanti temi che “là dentro” non riusciva ad affrontare. Le giornate non sono sempre facili, non sono sempre allegre.
Ogni giorno è una sfida con se stessi, dice agli operatori. Ora, però, si lotta insieme.
Fonte:
Caritas Ambrosiana