
Dove abita la cura? Opportunità, punti di forza, criticità e prospettive future della "RSA Aperta"
Al centro del dibattito del seminario svoltosi lo scorso 27 novembre 2015 è stato il nuovo modello di cura per le persone non autosufficienti prefigurato dalla Regione Lombardia. La riforma infatti parte proprio dall’intuizione, corretta, che serva un sistema ben definito ed organizzato che accompagni le persone fragili in tutto il percorso assistenziale e quindi unisca in un’unica regia le patologie acute, trattate negli ospedali, e le patologie meno acute ma permanenti o di lungo periodo.
Uno dei problemi maggiori che la misura evidenzia, e con essa la più generale riforma del welfare lombardo, è il fatto che a occuparsi di accompagnamento delle fragilità siano quasi esclusivamente soggetti che sono sempre stati abituati a ragionare in termini strettamente sanitari o socio-sanitari, come appunto le RSA. Servirebbe invece che l’accompagnamento degli anziani fragili fosse portato avanti, in maniera coordinata, da tutti i soggetti del territorio che compongono il benessere delle persone: quelli che si occupano di socialità, di abitare, di tempo libero, di volontariato, ecc.
Si tratta allora, da questo punto di vista, di un sistema che, superando la frammentazione e la divisione tra sanitario e sociale, coinvolga in rete tutti i soggetti del territorio che incidono sulla qualità della vita delle persone che lì vi abitano.
Il seminario ha voluto dare spazio alla narrazione delle attività realizzate per evidenziare i punti di forza e le criticità che l’esperienza fatta ha portato alla luce interrogandosi anche su come (ri) partire per poter contribuire al processo di cambiamento in corso.
Per quanto riguarda l’attenzione ai bisogni di cura a favore della popolazione più anziana da sempre sollecitiamo la realizzazione di un sistema integrato di sostegni alla domiciliarità che governi in chiave unificata i vari interventi che molto spesso sono erogati in modo disconnesso e discontinuo , non adeguati ad una presa in carico globale della persona/famiglia di riferimento e sovente solo in fase emergenziale. Come la ricomposizione dei servizi è cruciale nel sostegno della domiciliarità delle persone anziane che sempre più spesso presentano bisogni plurimi,complessi e prolungati nel tempo tanto è necessaria la condivisione delle informazioni sull’utenza tra Asl, ospedali, medici di base, servizi comunali e realtà organizzate del territorio per poter valutare il bisogno e dare delle risposte articolate ma coordinate e verificate da un'unica regia.
Per ascoltare gli interventi segui il link:
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