
Terremoto Centro Italia: "È come un secondo terremoto"
«È come se ci fosse stato un altro terremoto – spiega -. Anche se questa volta non ci sono stati morti, sono decine di migliaia le persone sfollate. Ci sono anziani, che non possono stare nelle tende perché il freddo qui è già pungente, e allevatori che comprensibilmente non vogliono lasciare animali e aziende agricole che rappresentano il loro sostentamento, ma che rischiano di rimanere isolati».
Minoia conosce bene quelle zone ed ha operato in tutti gli scenari degli ultimi terremoti: in Umbria nel ‘97 e a L’Aquila nel 2009. Venerdì era stato inviato ad Amatrice per avviare i gemellaggi con le frazioni di Amatrice assegnate alle Caritas Lombarde. Ma le nuove scosse hanno cambiato completamente il quadro.
«Il 30 ottobre sono salito a Visso, ogni tre minuti c’era una scossa, le strade erano impraticabili, noi stessi abbiamo dovuto fare un giro sulle montagne per raggiungere il borgo, per questo ho consigliato di rimandare l’installazione del centro polivalente che avevamo deciso di montare il giorno successivo».
Le scosse del 26 ottobre di magnitudo 5,9 ed epicentro tra Castelsantangelo sul Nera e Visso e l’ultima, fortissima del 30 ottobre, di magnitudo 6,5, sotto Norcia, hanno colpito duramente un’area molto estesa già in parte compromessa dal terremoto del 24 agosto. Una prima stima valuta che complessivamente potrebbero arrivare a 100mila le persone costrette a lasciare le loro abitazioni.
A questo punto due diventano gli scenari d’azione di questa prima fase: gli alberghi sulla costa che stanno accogliendo gli sfollati e, nelle zone interne, le frazioni almeno fino a quando rimarranno le persone.
«Manderemo i volontari sulla costa per aiutare chi ha lasciato il proprio paese a rielaborare il trauma, e da subito, saremo con i nostri operatori all’interno per portare soccorso a chi è rimasto e non può o non vuole andarsene, per tutto il tempo che ce ne sarà bisogno. Gireremo casa per casa. Sarà un lavoro lungo, perché le nuove scosse hanno costretto a ricominciare tutto da capo i lavori di verifica degli immobili», sottolinea Minoia.
«Siamo di fronte non più a un solo terremoto, ma considerate le proporzioni, a due eventi sismici avvenuti in aree in parte sovrapponibili. Ciò implica anche una rimodulazione del nostro intervento. Per questo mentre avviamo i gemellaggi già concordati, siamo pronti a farci carico degli interventi di prima necessità anche nelle nuove aree. Abbiamo quindi già stanziato 50mila euro per gli aiuti più urgenti e rilanciato la raccolta fondi», dichiara il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti.
All’inizio della scorsa settimana Caritas Ambrosiana e le altre Caritas della delegazione lombarda avevano ricevuto mandato di gemellarsi con le frazioni attorno ad Amatrice: 30 piccoli borghi sparsi sui monti, lungo la faglia sorgente del sisma. Per questi interventi i fedeli ambrosiani hanno già donato, grazie alla prima raccolta fondi, 2.567.313 euro, di cui 1.213.313 raccolti dalle parrocchie grazie alla colletta nazionale della Cei promossa dalle Diocesi di Milano e 1.354.000 da Caritas Ambrosiana. Dieci giorni fa è stato realizzato il primo intervento su questa prima area: l’allestimento a Rieti della tenda magazzino e della centrale operativa per lo smistamento degli aiuti.
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Luciano Gualzetti
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