A poco più di sei mesi dall’inizio,
la guerra in Terra Santa, tra Hamas e Israele,
continua a mietere lutti e atrocità. E ad alimentare una
tremenda crisi umanitaria, giunta nella Striscia di Gaza ad avere i contorni della carestia. Il 70% della popolazione soffre la fame e quando gli sfollati ricevono un pezzo di pane dopo tanti mesi, piangono di gioia, come dimostrato da questo video realizzato da Caritas Internationalis:
https://www.youtube.com/watch?v=31UwxVykpUo
La rete Caritas, dai livelli internazionali a quelli territoriali, è mobilitata sin dall’inizio per dare aiuto, per quanto consentito dalle improbe condizioni militari e logistiche, alle popolazioni sofferenti. Caritas Ambrosiana da ottobre raccoglie fondi per portare aiuti a tutte le vittime della guerra. E supporta Caritas Gerusalemme, che da anni lavora nelle comunità dell’intera Terra Santa.
Caritas Gerusalemme è una delle tre organizzazioni umanitarie rimaste attive nel nord della Striscia di Gaza. A essa, tramite Caritas Italiana,
Caritas Ambrosiana ha inviato 300mila euro, rispondendo all’Emergency Appeal da 3 milioni di euro lanciato all’inizio della guerra (con interventi prevalenti a Gaza, ma anche nei Territori palestinesi occupati, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est –
vedi Rapporto). I contenuti dell’Appello riguardano l’offerta di
servizi medici (cliniche mobili, ambulatori),
il sostegno alla salute mentale, la distribuzione di buoni acquisto e carte ricaricabili (per far fronte a bisogni essenziali, cibo, affitto, acquisto di beni di prima necessità).
Tra i principali risultati che l’Appello intende centrare, vi sono il potenziamento (effettuato) della clinica di Taybeh (Cisgiordania) e la riapertura (quando ci sarà un effettivo cessate il fuoco) di quella di Gaza City; la fornitura di assistenza medica a 7 mila pazienti (tra Gaza e Cisgiordania) e di assistenza psicologica a 500 persone; infine il sostegno al reddito per 2.750 famiglie.
Non appena a Gaza entrerà in vigore e sarà stabilizzata una vera tregua, Caritas Gerusalemme interverrà con altre e più incisive azioni, consolidando la storica rete delle squadre mediche mobili, ma anche varando nuovi progetti, assistenziali ed educativi (per esempio, per l’accoglienza e la cura dei tanti nuovi orfani di Gaza), di ricostruzione, ma anche di promozione di una cultura di pace e riconciliazione. Caritas Ambrosiana, a questo proposito, ha stabilito di sostenere (tramite Caritas Italiana) con 30mila euro le attività delle ong partner Friendship Village e Neve Shalom, impegnate in azioni di conoscenza reciproca e dialogo tra studenti israeliani ebrei e palestinesi).
La rete internazionale Caritas ha aderito alla petizione on line
#CeaseFireNow per il “
Cessate il fuoco umanitario e l’ampliamento dei canali umanitari” e chiede la cessazione dell’assedio di Gaza, il rilascio degli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti arbitrariamente in Israele. «
Ogni vita umana è sacra –
afferma Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –
e noi, nonostante oggi a parlare siano solo le armi, rimaniamo fedeli alla nostra missione spirituale e umanitaria, ancorata ai nostri principi e valori, per aiutare coloro che hanno più bisogno. Caritas è addolorata per le vittime civili innocenti, in Palestina, Israele e tutto il Medio Oriente. Continuiamo a credere in un futuro condiviso, e a lavorare per esso: un futuro che garantisca diritti e dignità di tutti gli esseri umani, fondato su soluzioni politiche giuste e pacifiche, libere da odio, violenza e paura».
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