
Intervenire nelle emergenze naturali non basta. Dobbiamo imparare la carità ambientale.
«Agire nelle emergenze è necessario, indispensabile, ma anche insufficiente. È venuto il tempo di affiancare alla nostra proverbiale generosità ed intraprendenza, la fatica e l’impegno di imparare una “carità ambientale”, cioè una carità capace di educare i nostri cittadini a considerare l’ambiente nel quale ci troviamo a vivere come ad un destinatario della nostra azione. Un ambiente che noi cristiani chiamiamo con il nome di “creato”, che consideriamo come un dono che Dio ha fatto all’uomo, come dice Papa Francesco “non perché l’uomo vi spadroneggi, ma perché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine”.
Lo scrive nel suo editoriale per il sito di Caritas ambrosiana, il direttore don Roberto Davanzo.
In questi giorni la Caritas Ambrosiana sta sostenendo gli interventi di soccorso nelle Marche e in Bosnia Erzegovina e Serbia, due regioni sui fronti opposti dell’Adriatico interessate in queste settimane da pesanti alluvioni. Eventi distinti, ma avvenuti in periodi vicini, in seguito a precipitazione insolitamente violente.
Nelle Marche sono 3mila i volontari coordinati dalla Caritas Senigallia impegnati nelle zone colpite dalla piogge torrenziali dei primi di maggio. Dopo avere aiutato gli abitanti a sgomberare le case invase dell’acqua e aver distribuito generi di prima necessità, ora gli operatori della Caritas, grazie all’impiego di deumidificatori già utilizzati nelle precedenti emergenze, asciugano i muri delle abitazioni. Il servizio è molto richiesto e continuerà ad essere offerto nei prossimi giorni. Coordina questo intervento un operatore di Caritas Ambrosiana, esperto di emergenze, Alberto Minoia, inviato sul posto dai primi giorni dell’emergenza.
In Bosnia Erzegovina e in Serbia, i volontari della Caritas e della Chiesa locali sono impegnati nei centri colpiti dalle inondazioni. Assistono gli sfollati, organizzano punti di raccolta di materiale di prima necessità, distribuiscono pasti caldi.
Le Caritas della Bosnia Erzegovina hanno organizzato una raccolta nazionale di materiale per le popolazioni alluvionate.
In Serbia, la Caritas di Sabac, la città sulla Sava finita sottacqua, è diventata punto di riferimento per la popolazione locale.
Lunedì 19 maggio, c’è stato anche il primo sopralluogo dei tre operatori di Caritas Italiana presenti nella regione: Daniele Bombardi e Carlo Bernardis in Bosnia Erzegovina, Angela Cesaroni in Serbia hanno visitato alcune delle località alluvionate e alcuni luoghi di prima accoglienza per poter analizzare più direttamente la situazione e valutare i bisogni più urgenti.
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Luciano Gualzetti
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