Sabato 9 marzo 2024, la sede di Caritas Ambrosiana ha ospitato Olga Karatch, in un incontro con le associazioni milanesi che si sono impegnate a supportare l’attivista bielorussa per la pace.
Nell’ambito della diciannovesima edizione della rassegna Euromediterranea “No means no” (No è no… alla guerra e alle armi), organizzata dalla Fondazione Alexander Langer Stiftung, Olga Karatch è giunta all’undicesima e ultima tappa del tour italiano, iniziato lo scorso 22 febbraio a Montecitorio, ospite d’onore dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati.
Caritas Ambrosiana, insieme a Legambiente Lombardia, Acli Milano, Forum Terzo Settore Milano, Movimento Nonviolento e Casa della Carità “Angelo Abriani”, ha incontrato Olga Karatch in un momento aperto alla cittadinanza, per far conoscere il suo impegno e diffondere la sua storia, al fine di creare una rete di supporto e di solidarietà da parte delle associazioni di Milano.
Qui sotto è possibile vedere la registrazione dell'incontro:
I rappresentanti delle associazioni che hanno partecipato all’incontro hanno sottoscritto un manifesto per non lasciare sola Olga nel suo lavoro con la rete per i diritti umani Our House / Nash Dom – “La nostra casa”, impegnandosi, tra le altre cose, a mantenere i contatti con la rete “Nash Dom”, a sostenere il riconoscimento ad Olga Karatch lo stutus di rifugiata politica in Europa e la Campagna di obiezione alla guerra, promossa dal Movimento Nonviolento e da altre associazioni per appoggiare gli obiettori, i disertori e gli attivisti per la pace in Ucraina, Russia, Bielorussia.
«Con il premio Langer vogliamo sostenere e valorizzare singole persone e gruppi che con la loro opera contribuiscono a mantenere viva l'eredità del pensiero di Alexander Langer e a proseguire il suo impegno civile, culturale e a favore dell'ambiente – dichiara Christine Stufferin, presidente della Fondazione Alexander Langer –. Quest'anno il comitato scientifico ha deciso di sostenere la causa di Olga Karatch. Con il premio riconosciamo il suo lavoro contro la guerra, a favore della non violenza, per i diritti umani e civili nonché per una svolta democratica in Bielorussia».
«Anche a noi, cittadini e fedeli comuni, spetta il compito di costruire la pace – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Certo, non a tutti è chiesto di dire no a una dittatura, rischiando per questo la vita. Ma tutti, nel nostro quotidiano, possiamo praticare gesti di fraternità, progetti di accoglienza, sforzi di riconciliazione, scelte di legalità: l’esempio di Olga, la sua ammirevole battaglia, ci stimolano a dare il nostro contributo, magari piccolo, ma non per questo meno indispensabile, all’edificazione di una cultura e di un clima di pace diffusi e autentici, senza i quali anche gli accordi internazionali, che prima o poi si scriveranno a valle delle tremende guerre contemporanee, sono destinati a rimanere castelli di carta».
Ospiti che sono intervenuti all’incontro con Olga Karatch
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Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia
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Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana
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Christine Stufferin, presidente Fondazione Alexander Langer
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Mao Valpiana, presidente Movimento Nonviolento
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Andrea Villa, presidente ACLI Milano
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Rossella Sacco, portavoce Forum Terzo Settore Milano
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Don Paolo Selmi, presidente Fondazione Casa della Carità “A. Abriani”
Olga Karatch
Olga Karatch è un'attivista bielorussa, politologa e direttrice di Our House/Nash Dom (La nostra casa), nata nel 2002 come giornale autoprodotto. Attualmente aderiscono alla relativa rete impegnata nella difesa dei diritti umani e civili circa venti organizzazioni in tutto il Paese oppresso dal regime di Lukashenko. Olga è più volte stata incarcerata e anche torturata. In Bielorussia il suo nome è pubblicato nell’elenco dei terroristi sul sito del KGB con il numero 733. Oggi vive in esilio a Vilnius, in Lituania, da dove prosegue la sua instancabile attività nonviolenta di denuncia delle violazioni dei diritti umani in Bielorussia e non solo.
Premio Internazionale Alexander Langer
Il premio che porta il suo nome è un riconoscimento istituito dalla
Fondazione Alexander Langer Stiftung di Bolzano a memoria del politico altoatesino e parlamentare europeo morto il 3 luglio 1995, che negli anni '90 ha, tra le altre cose, dedicato un grande impegno nella ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto in Bosnia Erzegovina. In passato il premio è stato assegnato, tra gli altri, alla psichiatra bosniaca Irfanka Pasagic, al palestinese Sami Adwan assieme all'israeliano Dan Bar-On, alla Fondazione Stava e nel 2009 alla premio Nobel per la pace 2023 Narges Mohammadi.
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