
Addio al cardinale Renato Corti
Scarica il testo dell’intervento di S.E. Card. Renato Corti – “Martini e la Misericordia” in occasione dei 30 anni del Convegno Diocesano Farsi Prossimo
L’ultima occasione pubblica in cui abbiamo incontrato il cardinale Renato Corti è stata nel seminario per i 30 anni del Convegno Farsi Prossimo. Era l’11 febbraio 2017.
Nell’auditorium San Fedele vennero ad ascoltarlo diversi protagonisti di quella stagione che proprio l’incontro di Assago voluto dall’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Marini di cui Corti fu strettissimo collaboratore, aprì.
C’erano, tra gli altri, anche tanti responsabili delle Caritas parrocchiali e decanali, presidenti di cooperative, responsabili di servizi nati su impulso di quell’idea di Chiesa capace di prendersi cura degli ultimi che proprio durante l’episcopato martiniano prese forma concreta e declinazione moderna, innestandosi sul tronco dell’antica tradizione ambrosiana. Una chiesa che sa essere misericordiosa coi fatti, con le opere, coltivando la creatività della carità.
Sappiamo da allora quanta strada abbiamo fatto. Quanti progetti e iniziative abbiamo realizzato per dare una risposta ai bisogni delle persone in difficoltà. Sappiamo di essere riusciti persino ad ottenere leggi che oggi rendono la vita un po’ meno dura per chi sta in fondo alla fila. Ma sappiamo anche, e a volte ci sconforta, che tutto questo è ancora infinitamente troppo poco. Che la strada per una società più giusta, più equa, meno drammaticamente disuguale è lunghissima anche qui a Milano. E quanto lavoro ci sia da fare anche dentro la Chiesa.
Eppure in quell’incontro, il cardinale Corti, con il suo viso scavato e profondo, non fece menzione di tutto questo. Al contrario, in un’intervista che rilasciò al termine del suo intervento, ci mise in guardia da un pericolo: il rischio che la Caritas fosse percepita come una realtà alla quale la comunità ecclesiale e civile possa delegare la sollecitudine per i poveri. Ricordando proprio la lezione di Martini, il cardinale Corti ci richiamò ad essere soprattutto stimolo affinché i fedeli assumano lo spirito evangelico e i cittadini, più in generale, cambino lo sguardo sugli ultimi, gli indifesi, gli esclusi.
Don Renato ci invitava ad essere prima che uomini e donne del fare, uomini e donne dell’essere, testimoni che la vita è bella se vissuta per amore.
Ecco, in questi giorni difficili, in cui l’emergenza dovuta alla pandemia da Coronavirus rende da un lato più urgente l’azione e, dall’altro, ci costringe a puntare sull’essenziale, le parole di questo uomo di chiesa e grande guida spirituale, tornato alla casa del Padre, sono ancora un prezioso punto di riferimento.
Grazie don Renato!
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