
Prima la casa, conviene proprio a tutti
Tale centralità viene sperimentata, ormai da anni, sul fronte che sta più a cuore ai promotori e ai lettori di Scarp de’ tenis. Ovvero la lotta all’homelessness. I cosiddetti “approcci Housing first”, teorizzati negli Stati Uniti, disseminati in molti contesti internazionali, incorporati ormai stabilmente nelle direttive dell’Unione europea e più recentemente nei documenti del welfare italiano, prevedono che il tradizionale approccio “a scalini” (prima l’accoglienza di bassa soglia, poi luoghi e servizi di prima e seconda accoglienza, infine l’immissione in una dimora autonoma) venga sostituito dall’ingresso immediato in un alloggio, punto di partenza, e non di approdo, del faticoso percorso di risalita e ricostruzione dell’autonomia personale.
É un metodo che non va assolutizzato. Non sempre, non ovunque e non per chiunque può sostituire gli strumenti classici (dormitori, comunità, case alloggio, mense, lavanderie…) dell’accoglienza organizzata e collettiva. Ma ha dimostrato di produrre buoni risultati con tanti homeless, perché offre alla persona in difficoltà un centro saldo (materiale e psicologico) attorno al quale ricostruire speranze, autostima, relazioni. In più, è anche una strategia che può contribuire a contenere i costi delle politiche di settore.
Dunque giova all’individuo, e giova al sistema. Tanto da potersi proporre come ricetta valida anche in ambiti ulteriori. La ricerca Prigionieri di un tugurio, curata da Caritas Ambrosiana e dai partner di un progetto europeo sviluppato in 5 paesi Ue, dimostra per esempio la centralità, nella questione Rom, della questione abitativa. Non si possono chiedere – è la tesi cardine dell’indagine, accreditata da autorevoli università – impegni convincenti di integrazione, a chi è costretto a sopravvivere in una baracca, in un ghetto etnico, senza forniture decenti di acqua ed energia, senza accesso al credito bancario per affittare o acquistare un appartamento, anche quando potrebbe permetterselo.
Disporre di una casa, base stabile di vita e di benessere, conferisce dignità e regala sicurezze. All’individuo e al suo nucleo famigliare. Su quella roccia, si può erigere l’edificio di un’esistenza legale e integrata. Aperta a regolari percorsi di istruzione, di lavoro, di tutela della salute. Le politiche pubbliche e gli sforzi del privato sociale devono badare al sodo: assicurare il diritto alla casa non equivale a far concessioni ai non meritevoli, ma serve a costruire e conservare le premesse della coesione e della pace sociale.
Un tetto per tutti. Conviene proprio a tutti.
Luciano Gualzetti
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Convegni
Convegno Diocesano Caritas Decanali 2022
Sabato 10 settembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00 in diretta streaming sul canale Youtube di Caritas Ambrosiana e in presenza (posti limitati su invito) presso la sede della Caritas Ambrosiana, Via S. Bernardino 4. “La via del Vangelo è la pace. Pregare per la pace: relazioni giuste e alleanze di pace.”...
Iniziative
Il menù della poesia - Refettorio Ambrosiano
Nell’ambito di «Milano è viva nei quartieri», il Teatro dell’Elfo presenta «Il menù della poesia»: nella mensa solidale di piazza Greco cene con spettacolo il 21 luglio, il 7 e il 22 settembre...
Convegni
5 luglio • ore 9.30-13.00 presso la sede diCaritas Ambrosiana via san Bernardino 4, Milano e in diretta streaming sul canale Youtube di Caritas Ambrosiana. Carenza di educatori e di altre figure professionali: proposte per affrontare un’emergenza nazionale che incide su persone, famiglie, servizi e comunità locali...
Iniziative
5 luglio, ore 19, piazza Duca d’Aosta (davanti Stazione Centrale), Milano. Mai più stragi, mai più soli: scendiamo in piazza come scorta civica. In piazza, insieme, perché nessuno sia più solo: martedì 5 luglio alle ore 19 davanti alla Stazione Centrale di Milano manifesteremo a sostegno del procuratore Nicola Gratteri e di tutti i cittadini che rischiano la vita contro le mafie...
EDITORIALE
Luciano Gualzetti
Sono usciti dalla stagione pandemica marchiati da segni profondi. Anche se invisibili. Il virus ha fatto, tra le loro fila, molte meno vittime “fisiche” che tra i membri delle altre classi d’età. ...... Leggi qui