Cronaca semiseria di un viaggio teoricamente serio

La prima cosa che noti, uscito dal casello autostradale di Acerra, è lo smisurato utilizzo del clacson, considerato l’unico mezzo di comunicazione nel traffico della provincia partenopea. Il clacson è visto come un’arma di distruzione (e distrazione) di massa, per cui è assolutamente inutile la presenza di cartelli o segnaletica stradale quali “Stop”, “Dare precedenza” o di semafori. Quella che viene distrutta, poco alla volta, è la psiche di noi giovani in Servizio Civile, già provati dal lungo viaggio con annessa formazione (riflessioni sull’essere in Servizio e visione del film “Alla luce del sole”, sulla storia di Don Pino Puglisi) e ancora shoccati dalla bravura e gentilezza dell’autista, che non si è mai lamentato per nulla (cosa mai successa in ogni gita che si rispetti). I clacson sono stati anche il soundtrack della nostra sistemazione presso la “Casa dell’Umana Accoglienza” di Acerra, gestita dalla cooperativa sociale “Mille Soli”, che ci è stata presentata la sera stessa, insieme ad una breve ma significativa descrizione di ciò che la Caritas fa nella città e dell’attuale situazione ecologica dell’area napoletana.

Non siamo stati disturbati da nessun rumore anomalo, invece, durante la nostra giornata di formazione, ma soprattutto mentre parlava il Vescovo Emerito di Acerra, Mons. Riboldi, sulla sua attività di vescovo in quelle terre tristemente note per l’attività mafiosa, che tentò di contrastare, vivendo 10 anni in compagnia di guardie del corpo, da cui era sempre circondato. E degli stessi camorristi (oltre che, più in generale, della situazione delle carceri e del loro “compito”) ci ha parlato il cappellano del carcere di Napoli, don Franco, da lui seguiti, insieme ad altri numerosissimi detenuti.

Il trasferimento mattutino alla città di Pozzuoli ci ha permesso di osservare, oltre che un magnifico panorama sul golfo di Napoli, che le code in tangenziale sono un qualcosa di nazionale, anche se si cerca di combatterle in maniera diversa a seconda della città dove ci si sta muovendo (coi mezzi pubblici o con il magico tasto a cui corrisponde un sonoro “beeeeeepp”?). Figure religiose e non si sono susseguite nell’enorme e caotico palazzetto dello sport della città, tra cui don Palmese, referente di Libera per la Campania, Alberto Bobbio, giornalista di Famiglia Cristiana e Leonzio Borea, capo dell’ufficio nazionale per il Servizio Civile. La parola “pace”, chiaramente scandita durante la marcia della pace dal palazzetto alla concattedrale da alcuni studenti delle elementari di Pozzuoli, ci ha introdotti alla molto cantata e molto applaudita Messa celebrata da Mons. Gennaro Pascarella, Vescovo di Pozzuoli. Un giro per la città dai due anfiteatri (anche se “conservati” in stato più che preoccupante) ci ha introdotto alla tanto attesa cena a base di pizza: volevamo capire se realmente la pizza di Napoli fosse veramente più buona di quella fatta dagli egiziani delle numerosissime pizzerie Mar Rosso delle nostre zone. Inspiegabilmente, la pizza di Bernardo ha battuto quella di Mohamed (nome tra i più diffusi nel paese delle piramidi), convincendo anche noi nordici (o presunti tali) che non solo la polenta è un piatto divino e inimitabile fuori dal proprio contesto originale.

La prima cosa che noti, uscito dal casello autostradale di Milano, è che il clacson è meno usato, ma che tutti hanno il telefonino all’orecchio e la parolaccia pronta, mentre gli abitanti di Acerra chiedevano “Da dove venite?” (in questa occasione tradotto in italiano, per rendere la domanda comprensibile ai più), tutti incuriositi e quasi orgogliosi di quell’impennata improvvisa del turismo nella loro città, tutto dovuto alla giornata di San Massimiliano, quest’anno ricordato nella marittima Pozzuoli.

Giuditta Personeni
Acerra e Pozzuoli 2008

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