Volti, nomi, ascolto, silenzi, paure, sogni, bisogni,
idee di mondo, responsabilità, legami, conflitti, affetti …
Cerchio, caffè, pranzi, convivialità, gioco, creatività, narrazioni …
Serietà, ilarità e ironia ... sobrietà, ma soprattutto
“CARTELLONI” …
Ho avuto la fortuna di dedicarmi in questi
10 anni alla formazione e valutazione del progetto di
Servizio Civile all’Estero, di lavorare in équipe coi colleghi e di conoscere giovani donne e giovani uomini in un momento straordinario della loro esistenza.
Formazione è scambio, è cultura che si condivide all’interno di una circolarità, sono ruoli ben definiti che si integrano e intrecciano per camminare insieme.
“Nessuno educa nessuno, nessuno si educa sa solo, gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo”, scriveva il pedagogista brasiliano Paulo Freire.
Questo lo spirito con cui nell’entusiasmo prima di ogni partenza, nella pienezza e fatica di ogni rientro e nella gioia e incertezza di ogni chiusura ho condiviso “
pezzi di vita” da cui traggo ancora oggi molta ricchezza.
Vivere un’esperienza di servizio civile è partire per un anno in cui vita e lavoro si intrecciano e sovrappongono con più o meno congruenza, in base ad attese e progetti che in ciascuno hanno assunto valenze differenti; forse proprio questo intreccio tra vita e lavoro favorisce una forte sintonia tra chi parte e noi équipe, che nel nostro lavorare in Caritas portiamo tanta vita.
La
vita è ciò che ci fa investire tanto sulla dimensione relazionale del servizio, in cui la centralità della persona, prima e oltre il suo “fare” sono per noi tesoro prezioso da coltivare e curare per i 365 giorni che ci sono affidati.
Intercultura è prima di ogni altra cosa riconoscere l’altro, la sua unicità e il valore che le diversità portano se pazientemente accolte in uno spazio comune di rispetto e dialogo. Questa prospettiva, bussola preziosa per la quotidianità che ogni volontario vive in paesi lontani, non può che essere testimoniata all’interno del lavoro di gruppo tra responsabili, f
ormatori e volontari in cui curare la coerenza dei processi, significa gettare basi solide per esiti buoni.
Spero che davanti a noi ci sia ancora molto Servizio Civile all’Estero … gli anni sono passati, qualche capello bianco amplia le distanze anagrafiche tra me e le persone che partono, ma credo che l’entusiasmo e la bellezza dei giovani e della giovinezza che abbiamo incontrato, debbono essere
sale capace di dare sapore ad ogni età della vita e ad ogni relazione che ci è donata.
Matteo Zappa, responsabile formazione volontari
“ … Aiutaci a scommettere con più audacia sui giovani,
e preservaci dalla tentazione di blandirli con la furbizia di sterili parole,
consapevoli che solo dalle nostre scelte di autenticità e di coerenza
essi saranno disposti ancora a lasciarsi sedurre”
Don Tonino Bello