Angelo Scola
Cardinale arcivescovo di Milano
Nota sulla proposta pastorale del triennio 2011-2014
Nel testo, intitolato La comunità educante, l'Arcivescovo parte dalla constatazione che le «oggettive difficoltà» che incontra la Chiesa nel suo compito di evangelizzazione dipendono dal «contesto di frammentazione in cui viviamo». Pensando in particolare ai più piccoli impegnati nel percorso di iniziazione cristiana, il cardinale Scola osserva che «i nostri ragazzi passano ogni giorno dalla famiglia alla scuola, allo sport, alla musica, all’oratorio, al catechismo, attraversano comparti stagni senza potersi ancorare ad un filo rosso che unifichi la loro giornata. Al di là della dedizione encomiabile di decine di migliaia di educatori il ragazzo sente il catechismo come una sorta di doposcuola che lo porterà al traguardo della Confermazione, giocoforza inteso dalla maggioranza con il termine di un percorso. Da qui l’emorragia che è sotto i nostri occhi. In questo modo, si fa sempre più forte la tentazione di rinunciare a educare e di abbandonarsi all’individualismo»
Il cardinale Scola spiega che «la proposta educativa consiste dunque nell’offrire un incontro effettivo con Gesù, per imparare a seguirLo. Nel mondo odierno, in cui la società non offre un orizzonte unitario, è la Chiesa stessa che si deve far carico di proporre questo vitale principio sintetico». Come fare? Non certo delegando l’educazione dei ragazzi agli specialisti, ma attraverso «la creazione di comunità educanti» in cui «l’incontro con Gesù venga vissuto e praticato effettivamente come principio d’unità dell’io e della realtà».