"Stupiti dall’umanità di Gesù. A servizio dei poveri, dentro un mondo che cambia"
È questo il titolo del convegno, che si è tenuto presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso, dalle ore 9.00 alle ore 17.00, con cui il 16 settembre è stato avviato ufficialmente il nuovo anno pastorale
A questo link è possibile scaricare il programma dettagliato:
https://www.caritasambrosiana.it/Public/userfiles/files/Depliant--Responsabili.pdf
Scarica gli inteventi in formato MP3
Introduzione ed esperienze
Relazione Prof.ssa Giaccardi
Intervento S.E. Mons. Mario Delpini
Relazione Prof. Lizzola prima parte
Relazione Prof. Lizzola seconda parte
Richiedi gli articoli dei relatori
Segnaliamo alcuni contributi dei relatori che hanno partecipato al convegno. Chi fosse interessato ad avere gli articoli in versione integrale può scrivere una email a documentazione@caritasambrosiana.it o telefonare al numero 02/76037283
Da Animazione Sociale n.361, di Ivo Lizzola, “E’ tempo di tornare a cercarci”:
“E’ tempo di tornare a cercarci. Rinforzare un tessuto ampio di vicinanze e prossimità, che è il tessuto fine della democrazia. Tutti i dati della sofferenza psichica e sociale sono in aumento. A essere in questione oggi, tra giovani, adulti e anziani, è il desiderio stesso di vivere. Come ricostruire un immaginario della vita che sostenga la sua desiderabilità? Come far nascere la speranza dentro l’esperienza della paura?
Da Animazione Sociale n.363, intervista a Chiara Giaccardi: Educare è prendersi cura delle ferite del mondo
“La nostra epoca ci assegna un compito inedito e inaudito: prenderci cura delle condizioni che permettono alla vita sul pianeta, in tutte le sue forme, di fiorire e proseguire. Si apre un campo di ricerca che accomuna le generazioni. Non basta la transizione ecologica, serve una conversione. Fabrizio De Andrè direbbe “bisogna andare in direzione ostinata e contraria”. E Papa Francesco nella Laudato Sii aggiunge che “tutto è connesso, i diversi ecosistemi sono interconnessi ed è necessaria una conversione anche a livello comunitario.”
Da “la Rivista del Clero, di I. Lizzola: “Una comunità che serbi tracce di fraternità”
“(…) Ci sono donne e uomini che nella loro vita incontrano il limite e la fatica di molti, il declinare e il sottrarsi: lo accolgono e lo accettano. Non provano a disporre o a controllare, non cercano di risanare o di salvare: provano piuttosto presenze, compagnie, un sentire attento, un profondo riconoscimento, un rispetto accorato. Questi uomini e queste donne di parola e di gesto, di iniziativa pubblica e di testimonianza personale, hanno cercato e cercano l’inizio continuo della vita nelle pieghe anche un poco oscure, certo sofferte, delle vite fragili. Lì indicano la preziosità di cercare l’incontro, l’inizio: nel suo resistere, nel suo trovare forme e sussulti particolari, nel suo chiamare vicinanze e riconoscenze di corpi, di gesti, di desideri (…)”.
di I. Lizzola: “Reti Sociali, Oasi di fraternità"
“Una rete intesa solo come razionalizzazione ed efficientizzazione di servizi, di risposte a bisogni, di tutela dei diritti, di scambi funzionali e risparmi di risorse non regge molto, e non ha molto senso. Fare rete tiene solo se si condivide una tensione ed una attenzione alla vita, se si guarda ad un orizzonte comune, se la rete è occasione preziosa di costruzione comune e continua della conoscenza di cosa vive nella convivenza, di cosa geme e di cosa germina”. (…) “La rete serve e ha senso perché dove non arrivi tu, possano arrivare gli altri”…