
Emergenza Coronavirus: un ostello per senza tetto
I primi ospiti (6 italiani, 4 stranieri) sono arrivati nel fine settimana e hanno contribuito loro stessi agli ultimi lavori che restavano da fare per rendere il luogo accogliente: hanno piantato le rose e ripulito la statua della Madonnina all’ingresso.
Nella struttura i senza tetto avranno a disposizione camere doppie e triple, una sala mensa dove sarà servito il pranzo e la cena, il giardino e un orto che saranno invitati a curare.
Due guardiani notturni e un educatore presente durante la giornata gestiranno la vita della comunità, nel rispetto oltre che delle normali norme di convivenza anche di quelle precauzioni necessarie a causa della pandemia.
I senza tetto saranno sottoposti a visita medica all’ingresso e, una volta accolti, dovranno rimanere nell’ostello per almeno 14 giorni evitando, come tutti in questi giorni, uscite non giustificate. A tutela della loro salute e quelle degli operatori e volontari che graviteranno intorno alla struttura sarà loro misurata la febbre due volte al giorno. Dovranno indossare la mascherina e attenersi alle norme igieniche di base raccomandate delle autorità a tutti i cittadini.
«L’ostello è la risposta solidale di un’intera comunità al virus - spiega il direttore della Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti – Di fronte a questa emergenza sanitaria, il rischio che corriamo e di rinchiuderci in noi stessi e guardare con ancora maggiore diffidenza proprio i più poveri che sono anche quelli che hanno più bisogno di aiuto. La gente di Lecco ha capito, invece, il messaggio. Per coinvolgerle il prevosto, mons. Davide Milani, ha chiesto alle persone di preparare un piatto e di portarlo la sera per cena: hanno risposto 140 famiglie. Un’esplosione di solidarietà davvero incoraggiante».
Albergo all’inizio del ‘900, poi convento, dopo il trasferimento delle ultime suore della congregazione di Maria Bambina, la villa di via della Fonte è diventata un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Ora accoglierà i senza tetto fino a quando non saranno finiti i lavori della Casa della Carità in centro città.
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Luciano Gualzetti
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